Accoltellato a Napoli da baby-rapinatori: «Inaccettabile ciò che è successo
dobbiamo andare via da Napoli»

Accoltellato a Napoli da baby-rapinatori: «Inaccettabile ciò che è successo dobbiamo andare via da Napoli»
di ​Melina Chiapparino
Sabato 1 Novembre 2014, 11:47
3 Minuti di Lettura
Non riesce a muovere il torace e si sposta dolorante nel suo letto d’ospedale il 34enne ferito gravemente dal rapinatore mentre nella stanza si alternano gruppi di amici e parenti che lo chiamano “eroe”. Le parole che rivolgono al giovane richiamano il suo coraggio, la prontezza nel difendere le amiche ma per lui, ancora in prognosi riservata, «non vale la pena reagire, mai».



Cosa ti ha spinto ad affrontare i rapinatori?

«Ho avuto una reazione istintiva. Quando ho visto i malviventi scappare con le borse è stato più forte di me inseguirli e strappargli la refurtiva dalle mani. In quel momento ho agito in maniera impulsiva e non mi sono neanche accorto delle coltellate che mi avevano trafitto. Non sentivo dolore e quando ho visto il sangue per terra ho creduto che avessero ferito qualcuno dei miei amici invece sono stati proprio loro a dirmi che avevano colpito me. Ricordo le urla delle ragazze e solo toccandomi mi sono accorto delle quattro ferite all’addome e ai fianchi».



Cosa hai pensato in quel momento?

«Ho avuto paura di morire. In un attimo mi sono reso conto della gravità di ciò che era accaduto ed ho pensato che poteva accadermi il peggio. Di quegli istanti ricordo anche che si è avvicinato un ragazzo dicendoci che quei malviventi avevano seguito anche lui ma si era riuscito a rifugiare in un portone ma i momenti successivi alle coltellate sono i più confusi. Continuavo a pensare di morire e non riuscivo a credere che fosse reale tutto ciò che ci era accaduto».



Cosa ti ricordi dei momenti precedenti all’aggressione?

«Stavamo passeggiando tutti insieme su via Cavallerizza quando sono sbucati questi due uomini col volto coperto e ci hanno minacciato con una pistola. Non hanno parlato a lungo ma si sono fatti capire con due semplici parole: “cellulare e soldi”. Sembravano italiani, napoletani ma hanno parlato così poco che non posso esserne sicuro. Nessuno di noi ha consegnato subito quello che avevano chiesto e questo li ha fatti agitare fino a che uno dei due ha strappato le borse alle ragazze. È stato quello l’istante in cui non mi sono riuscito a trattenere e vedendoli scappare li ho inseguiti, inconsapevole di ciò che mi sarebbe accaduto».



Reagiresti ancora?

«No. Non rifarei mai quello che ho fatto. Non vale mai la pena reagire, si rischia troppo. Io potevo rimetterci la vita ed anche se in quel momento l’istinto è stato più forte della ragione, non permetterei mai che riaccadesse. Non è tollerabile che possa accadere un episodio simile ad un gruppo di amici che esce per svagarsi in un locale. Non lo accetto e questo episodio mi fa convincere ancora di più che dobbiamo solo andare via da Napoli».



Questo è il motivo per cui andresti via dalla tua città?

«Non è solo questo. Napoli ha molte problematiche ma intendo dire che questi sono gli episodi che di certo non invogliano a rimanere. Per quanto mi riguarda quello che è accaduto contribuisce a rafforzare la mia opinione di dover andar via da questa città, non potrei avere pensieri diversi in questo momento».