Estorsioni ad aziende Fincantieri. «Ti spariamo, qui si fa così»: il racconto dell'imprenditore ricattato

Estorsioni ad aziende Fincantieri. «Ti spariamo, qui si fa così»: il racconto dell'imprenditore ricattato
di Francesco Fusco
Martedì 30 Giugno 2015, 08:54 - Ultimo agg. 13:37
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«Qui si fa così, vieni con noi sennò ti spariamo»: minacce forti, rivolte agli imprenditori vittime delle estorsioni, per chiarire come agivano i sei operai e sindacalisti di Fincantieri finiti ieri mattina in carcere.

E ancora pestaggi, danneggiamenti e furti delle attrezzature appartenenti alle ditte dell’indotto. Fino ad arrivare a scioperi “pilotati” e finalizzati alla paralisi. Il tutto, in cambio di un posto di lavoro per parenti ed amici. Così nell’ordinanza dei magistrati oplontini compaiono i nomi di Antonio Vollono, Francesco Amoroso, Catello Schettino, Nicola Tramparulo e dei fratelli Catello e Ferdinando Scarpato.

Nelle pagine che scorrono, sfilano le intercettazioni (telefoniche ed ambientali) e gli episodi di minacce nei confronti dei titolari di due aziende e dei loro familiari.

Un’unica strategia, che prevede anche l’organizzazione di manifestazioni di protesta (lungo la statale 145 sorrentina), all’apparenza motivate dal mancato pagamento delle spettanze retributive. In realtà, le indagini hanno poi portato alla luce che gli scioperi venivano pretestuosamente ordinati da Vollono, per costringere l’impresa a nuove assunzioni e rinnovi contrattuali.

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