Clementino e Stefano Di Martino, show nel carcere di Poggioreale

Clementino e Stefano Di Martino, show nel carcere di Poggioreale
di Claudia Procentese
Martedì 30 Giugno 2015, 08:36 - Ultimo agg. 13:32
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«Sono stato al carcere di Firenze e in quello di Parma, ma già nel venire qui sentivo un’emozione forte dentro, è la mia terra». Così, ieri pomeriggio, il rapper Clementino ha salutato i detenuti di Poggioreale riuniti nella cappella del carcere per un paio d’ore di concerto organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.



Emozionato, insieme al ballerino Stefano Di Martino, al mattatore Gianni Simioli e alla comitiva de ‘La Radiazza’, tra gag divertenti e momenti di riflessione, ha ricordato lo scomparso Pino Daniele. «È stato qui 20 anni fa per donare un sorriso - ha detto il cantante - così anche noi oggi, spronando questi ragazzi ad inseguire il loro sogni, a non mollare mai, nei momenti di difficoltà a rimboccarsi le maniche e continuare a camminare».



Controllati a vista dagli agenti, i 200 reclusi scelti da tutti i padiglioni hanno accompagnato Clementino con cori ed applausi. «Ho fatto il parcheggiatore, il pescivendolo - ha raccontato Di Martino, marito della showgirl Belen Rodriguez, rivolgendosi ai giovani presenti, a cui ha regalato una macchinetta con zucchero e caffè - anche io ho avuto proposte allettanti di scorciatoie illegali, la danza è stata la mia via di fuga. Non perdete la speranza».



La musica come messaggio di solidarietà e di amicizia, «perché l’estate - ha sottolineato Antonio Mattone della Comunità di Sant’Egidio - è il periodo di maggior disagio per chi vive in cella. Ricordando che nessuno è irrimediabilmente perso, se gli si dà possibilità di cambiare». A fine visita è stata la volta della distribuzione di gelati ai detenuti, seguita dal dono spontaneo di cappellino ed occhiali da sole che Clementino ha lasciato a due partecipanti del laboratorio musicale esibitisi con lui sul palco. «È una ventata di società civile che entra nel carcere - il commento della vicedirettrice di Poggioreale Chiara Masi - la partecipazione della comunità esterna alla vita dietro le sbarre».

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