Scandalo caserma carabinieri a Ercolano, avviso di garanzia alla Bossa

Luiga Bossa
Luiga Bossa
di Francesco Catalano
Martedì 30 Giugno 2015, 10:41 - Ultimo agg. 10:42
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ERCOLANO - Un componente dell’Antimafia e un assessore alla Legalità coinvolti nelle indagini per la costruzione della nuova caserma dei carabinieri a Ercolano. Sembra un paradosso, ma accade a Ercolano. Uno su tutti appare il nome destinato a far scalpore non solo sul territorio vesuviano: è quello di Luisa Bossa, deputata, componente della Commissione parlamentare Antimafia e sindaco della città degli Scavi nel decennio tra il 1995 e il 2005. Nello scorso fine settimana è stato notificato ad un suo familiare nella sua abitazione di Portici un avviso di prosecuzione delle indagini per altri sei mesi per i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.



L’esponente del Pd, impegnata a Roma per i lavori parlamentari, ieri ai giornalisti ha affermato di non saper nulla di questa storia e che oggi i suoi legali si recheranno in Procura per comprendere gli sviluppi della vicenda. Stesso provvedimento è stato notificato a Torre del Greco, invece, a Ferdinando Pirone, leader cittadino di Sel ed ex assessore alla Legalità e ai Servizi sociali del Comune di Ercolano nella giunta guidata dall’ex sindaco Vincenzo Strazzullo. I fatti per cui il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, Celeste Carrano, ha iscritto nel registro degli indagati i due esponenti politici riguardano l’appalto e i lavori per la realizzazione di una nuova caserma dei carabinieri nel centro di Ercolano.



Nello specifico, le indagini sarebbero puntate ad accertare il pagamento da parte del Comune di stati d’avanzamento dei lavori mai raggiunti.

Il cantiere della caserma è ormai chiuso dal mese di aprile dopo lo scoppio della bufera giudiziaria che travolse alcuni dei principali esponenti della precedente amministrazione. Nella prima tranche dell’inchiesta, infatti, la vicenda giudiziaria relativa all’appalto della caserma in costruzione in corso Resina aveva coinvolto gli ex sindaco e il suo vice, Vincenzo Strazzullo ed Antonello Cozzolino, l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Solaro, l’ex presidente del Consiglio comunale Rory Oliviero, gli ex consiglieri comunali Pasquale Romano e Raffaele Simeone, oltre a dirigenti dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ercolano ed un imprenditori impegnato nei lavori in corso.



Anche nei loro confronti il sostituto Carrano ed il pm Brunetti della Procura di Napoli avevano fatto notificare un avviso di prosecuzioni indagini per i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.



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