Ci voleva un difensore non una brutta figura

di Francesco De Luca
Martedì 1 Settembre 2015, 23:12 - Ultimo agg. 2 Settembre, 00:04
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È difficile credere che la sorpresa di mercato annunciata da De Laurentiis pochi giorni fa al popolo azzurro in trepida attesa sia stata il pasticciaccio brutto di lunedì sera, con il sampdoriano Soriano che è diventato ex calciatore del Napoli ancor prima di indossarne la maglia. È uno degli episodi più assurdi degli ultimi anni.



Anche perché non si capisce come mai vi sia stata questa improvvisa accelerazione per un calciatore che avrebbe potuto migliorare il tasso tecnico della squadra ma non ne avrebbe certo risolto i problemi, apparsi sempre molto gravi in difesa.



E poi: dove avrebbe giocato Soriano se le lancette dell’orologio l’altra sera si fossero fermate prima delle 23 e lui avesse potuto firmare il contratto? Al posto di Hamsik, capitan riscatto, o di Insigne, il migliore in campo con Higuain nella partita double face contro la Sampdoria?



De Laurentiis e il suo staff, in cui è entrato recentemente l’ex direttore sportivo del Carpi che ha forse bisogno di tempi di adattamento alla nuova complessa realtà, hanno chiarito: abbiamo provato in poche ore a chiudere un’operazione complessa. Avevano chiesto la proroga di un’ora per depositare il contratto. Ma le regole stabilite dalla Lega, della quale il Napoli fa parte, non si possono cambiare in base alle proprie necessità.



È sfumato Soriano e la tifoseria s’è arrabbiata, soprattutto per il bruttissimo modo in cui è finita la storia. De Laurentiis ha fatto sapere che a gennaio sarà riaperto il canale con la Sampdoria: ma allora questo giocatore, che aveva strizzato l’occhio al Napoli soltanto quando aveva capito di non poter andare al Milan del suo mentore Mihajlovic, servirà?



Quanto è accaduto nell’ultimo giorno di mercato merita una riflessione e non soltanto per il pasticciaccio brutto avvenuto negli alberghi milanesi che hanno ospitato la trattativa. Ci si aspettava un altro mercato dal Napoli. La partenza era stata incoraggiante: Reina, un gigante tra i portieri; Valdifiori, centrocampista nel gruppo della Nazionale (ma Conte non lo ha convocato per le prossime due partite), e Allan, centrocampista di forza.



Ma poi? Un centrale come Chiriches non basta a sistemare la sbilenca difesa azzurra, che domenica scorsa ha riproposto tre giocatori della linea schierata da Benitez nello scorso campionato, con i risultati noti (54 gol subiti). Prima di Soriano, c’erano stati 15 giorni di incomprensibile stand-by con Astori e un corteggiamento esasperato per Maksimovic. Certo, sono stati offerti 28 milioni alla Roma per Romagnoli, che aveva intanto scelto il Milan.



Perché calciatori non di primissima fascia hanno rifiutato le proposte del Napoli e perché non si sono battute piste alternative? Sedendosi sulla panchina azzurra, il navigato Sarri chiarì due mesi fa: «Detesto i colleghi che parlano solo di mercato: io lavoro con i giocatori che ho e cerco di valorizzarli».

Dovrà resuscitare Zuniga, ottimo esterno che non corre praticamente da due anni sulla fascia sinistra (intanto è stato escluso dalla lista per l’Europa League), dopo aver dato una chance a Koulibaly, che sembrava destinato a un viaggio senza ritorno.



Tocca all’allenatore e a questo gruppo.
Intanto, dopo aver colto un solo punto nei primi 180 minuti, il tecnico ha incassato un attestato di ampia fiducia da parte di De Laurentiis: «Può perdere anche le prossime 5-6 partite, so che occorre tempo». Già, il tempo. Questione di minuti o di settimane, il problema è sempre lo stesso.