Il pm: il carabiniere inciampò, non voleva uccidere

Il pm: il carabiniere inciampò, non voleva uccidere
di Viviana Lanza
Mercoledì 4 Marzo 2015, 23:31 - Ultimo agg. 23:38
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Il colpo partì accidentalmente dalla pistola d’ordinanza caricata col proiettile in canna. E partì per un movimento fatto involontariamente dal carabiniere quando, rincorrendo quello che credeva fosse il latitante che stavano cercando, inciampò sul bordo di un marciapiede.



Omicidio colposo per imperizia nel maneggiare le armi, il capo di imputazione. Si chiudono così le indagini preliminari sulla tragica morte di Davide Bifolco, il 17enne assassinato la sera del 5 settembre scorso al rione Traiano dopo un inseguimento per non essersi fermato a un posto di blocco.



Il pm Manuela Persico, del pool guidato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, ha firmato l’avviso notificato all’unico indagato per quella morte, il carabiniere 32enne dalla cui arma partì il colpo, uno, fatale per il ragazzo inseguito. Si prosegue, dunque, per il reato di omicidio colposo. Gli accertamenti investigativi, i risultati dell’autopsia sul corpo della giovanissima vittima e l’esito delle perizie balistiche sembrano aver confermato la versione data dal carabiniere sin dall’inizio.



Smentita l’ipotesi di un proiettile fatto esplodere prendendo la mira. «Nei prossimi giorni prenderemo visione degli atti e valuteremo se chiedere un ulteriore interrogatorio - ha commentato l’avvocato Salvatore Pane, difensore del carabiniere indagato - L’indagine ha tuttavia smentito le altre ricostruzioni che erano state indicate, come quella secondo la quale il carabiniere avrebbe puntato l’arma in direzione del ragazzo con il braccio teso».



Nel corso dei due interrogatori davanti al pm, il carabiniere - che è sempre apparso addolorato per l’accaduto e ha chiesto perdono alla famiglia del ragazzo ucciso, assista dall’avvocato Fabio Anselmo - ha spiegato la dinamica di quegli attimi concitati. Rione Traiano, periferia a ovest di Napoli: una notte a far controlli in strada con la segnalazione di un giovane criminale da catturare.



Si parte da qui per ricostruire la tragica fine di Davide. Lui è in giro in scooter con due amici, un diciottenne con precedenti e un 23enne che, dopo aver violato i domiciliari, è ricercato. Si imbattono in un posto di blocco dei carabinieri.



I militari sono convinti che nel gruppetto ci sia il giovane che stanno cercando e intimano l’alt.
Ordine ignorato dai tre in scooter e parte l’inseguimento. Il motorino urta la gazzella: il 23enne fugge a piedi, il 18enne viene fermato e Davide muore accanto a un’aiuola ucciso da un proiettile al petto.
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