Sette crolli prima della tragedia dieci anni di Sos senza risposta

Sette crolli prima della tragedia dieci anni di Sos senza risposta
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 24 Aprile 2015, 23:03 - Ultimo agg. 23:12
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Almeno dieci anni di «fonogrammi urgentissimi» da parte dei vigili del fuoco, di «transennamenti» d’urgenza disposti del Comune, di diffide ai privati ad eliminare ogni genere di pericolo: e di immancabili certificati di «cessato pericolo», tanto per mettere le cose apposto.



Dieci anni di carte che raccontano la storia di un’emergenza evidente e conosciuta - quella della manutenzione della facciata esterna della Galleria - e di un ping pong serrato tra pubblico e privato per stabilire chi dovesse evitare il crollo di calcinacci dalla facciata della Galleria napoletana.



Eccolo il retroscena della morte di Salvatore Giordano, studente 14enne, ucciso lo scorso cinque luglio dal crollo di stucchi della Galleria lungo il passeggio di via Toledo, in seguito a un evento tutt’altro che «imprevisto».



Almeno sette crolli di calcinacci in nove anni, secondo le stime tracciate dai carabinieri del comando provinciale agli ordini del comandante Antonio De Vita e dagli uomini della polizia municipale. Brutta storia quella della morte di «Sasi», su cui oggi c’è un punto fermo: in questi giorni, è stata resa pubblica la consulenza di Nicola Augenti, nelle vesti di perito della Procura.



Uno snodo cruciale, su cui ora sono chiamati a svolgere le proprie conclusioni i magistrati del pool guidato dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Omicidio e crollo colposo, oltre quaranta indagati, sotto i riflettori ci sono proprietari e amministratori di immobili (in particolare quelli di piazzetta Serao 7 e via Toledo 210), ma anche tre funzionari comunali.



A senso unico le conclusioni di Augenti che, rispondendo ai quesiti posti dai pm Di Dona e Giugliano, non ha dubbi: Salvatore Giordano è stato ucciso dal crollo di stucchi crollati dal frontone che sovrasta l’ingresso principale della Galleria, lato via Toledo, la cui manutenzione spettava al Comune.



A franare sulla strada un pesante petalo della rosa che adornava la parte alta della Galleria, come emerso sin dalle prime verifiche fatte sul posto. E anche altre parti stavano per staccarsi e precipitare al suolo, tanto da rendere scontato, inesorabile, il crollo dello scorso luglio.



Una storia nota da almeno nove anni, a giudicare dal carteggio acquisito dalla polizia giudiziaria in questi mesi. Eventi di crolli che hanno anche ferito un paio di passanti (mai come in questo caso miracolati), al punto tale da rendere necessarie ordinanze d’urgenza da parte del Comune, con interventi di riparazione per mano dei privati.



Una storia di crolli che inizia a febbraio del 2005, che ruota sempre attorno allo stesso spazio urbano: strade e marciapiedi percorsi da migliaia di cittadini ogni giorno, lì tra l’ex angiporto e via Toledo, sempre sfilando sotto quei fregi pericolanti. Manutenzione sotto inchiesta.



Stando alla versione resa dal consulente tecnico d’ufficio, la questione delle responsabilità è fin troppo chiara: c’è una colpa privata se il crollo si verifica dalla facciata di aree abitate da privati, mentre la responsabilità è pubblica per le altre parti della galleria.



Difesi - tra gli altri - dai penalisti Giuseppe e Vittoria Pellegrino, Alfonso Furgiuele e Mariapaola Samarelli - amministratori e proprietari di immobili hanno presentato consulenze di parte per dimostrare la propria estraneità al crollo dello scorso luglio; sulla stessa lunghezza d’onda la posizione dei funzionari pubblici raggiunti in questi mesi da avvisi di garanzia.



Ora la parola spetta alla Procura di Giovanni Colangelo, che dovrà tracciare le sue conclusioni su un evento tragico «annunciato» da almeno sette crolli in pochi anni, puntualmente scanditi da una girandola carte: fonogrammi urgentissimi, ordinanze comunali e transennamenti poi revocati da certificati di cessato pericolo.
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