Juve-Napoli, Zoff: «L'attacco azzurro può rompere gli equilibri»

di Angelo Rossi
Domenica 21 Dicembre 2014, 23:43
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Con la Juventus e con la Nazionale ha vinto tutto. «Ma anche nel Napoli ho fatto la mia parte. È stato un periodo esaltante della mia vita, quell’esperienza mi ha fatto crescere tantissimo come uomo»: Dino Zoff è uno dei più illustri doppi ex, è grato ai bianconeri ma non può dimenticare la parentesi in azzurro.



Partite con le stesse ambizioni, le due squadre vivono sensazioni opposte: solo merito della Juventus?



«No, ci mancherebbe. Vanno sottolineati anche i demeriti del Napoli, purtroppo. Lo aspettavamo da protagonista nella lotta allo scudetto, c’erano tutte le premesse per fare bene quest’anno».



Invece cosa è accaduto?



«Questo lo sapete meglio voi che vivete in città ma è chiaro che qualcosa non ha funzionato. L’eliminazione dalla Champions è stato un duro colpo da digerire, poi quando l’annata parte male si accavallano contrattempi uno sull’altro».



La Juve invece fila come un treno.



«È la formazione più collaudata del nostro campionato. Viene da tre stagioni vincenti, ha cambiato poco e soprattutto non ha subito finora alcun contraccolpo dall’avvicendamento in panchina. Conte ha dimostrato le sue qualità, Allegri non si sta dimostrando inferiore».



Ovviamente la lotta scudetto si è ristretta a bianconeri e Roma?



«È difficile ipotizzare al momento altre pretendenti. Ripeto: potenzialmente il Napoli ha le carte in regola per stare lassù ma ha lasciato per strada troppi punti».



Cosa manca alla formazione di Benitez?



«La continuità di risultati è la lacuna principale. Per restare al vertice bisogna viaggiare a una media scudetto, è da un mese invece che si pareggia o si perde. E poi c’è un’altra cosa».



Quale?



«Serve equilibrio. Puoi giocare con uno o quattro attaccanti, due o cinque centrocampisti ma il bilanciamento tra i vari reparti non deve mai mancare. Questa è un’ulteriore pecca degli azzurri».



Di solito nelle gare secche Benitez si esalta.



«È uno specialista delle partite di Coppa, le sbaglia raramente. E comunque affrontare la Juventus per un titolo porta grandi motivazioni a chiunque. Sfide del genere non hanno bisogno di essere preparate dal punto di vista psicologico, stimoli e concentrazione arrivano da soli».



Chi è favorito oggi?



«Una finale di Coppa non ha grandi favoriti perché ci si gioca un trofeo importante in novanta minuti e può accadere di tutto. Mi piacerebbe vedere le due formazioni affrontarsi alla pari, ne guadagnerebbero lo spettacolo e l’immagine del nostro calcio all’estero».



Il punto forte del Napoli?



«Quando è in vena, il suo attacco è devastante. Mi piace molto. Benitez ha tantissime frecce al suo arco, Hamsik, Callejon, Mertens, Higuain... Zapata che si è messo a segnare, e c’è sempre fuori uno come Insigne. In Italia nessuno ha un reparto offensivo così forte ma è chiaro che deve essere sempre al top per fare la differenza».



E quello della Juventus?



«Il centrocampo è una garanzia collaudata, gli stessi vanno avanti da anni. La fase difensiva è affidabile, nel complesso la formazione torinese è più solida e compatta».



Da una parte c’è Buffon, dall’altra Rafael.



«Su Gigi c’è poco o niente da aggiungere se non che è uno dei primi al mondo nel suo ruolo. Rafael è giovane, ha bisogno di fare esperienza ma è un portiere interessante e non è giusto prendersela solo con lui quando si becca un gol. Il paragone con Reina non può reggere, lo spagnolo faceva valere il proprio carisma dentro e fuori il campo. Era uno dei migliori in circolazione».