Napoli, la rincorsa alla Roma passa anche per la difesa

Napoli, la rincorsa alla Roma passa anche per la difesa
di Pino Taormina
Giovedì 29 Gennaio 2015, 23:55 - Ultimo agg. 23:57
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Quella formidabile macchina da gol (incassati) che è il Napoli torna a colpire ogni volta che può. La squadra di Benitez è una strepitosa signora suicidi che è riuscita fino ad adesso a subire ben 25 gol. Cosa che, di fatto, è il vero punto debole nella rincorsa alla Roma e al secondo posto. No, non è la peggior difesa della serie A: ma basta pensare che persino il Chievo, avversario tra due giorni al Bentegodi, è stato capace di prendere due gol di meno per rendersi conto dei guai che ci sono là dietro.



Sarà anche vero, perché lo dicono tutti, che quando si prendono gol la colpa non è solo della difesa. Ma intanto il Rafa-Napoli continua a essere una discreta banda del buco: «Manchiamo di intensità, non c’è aggressività. Non sbaglia solo un giocatore, sbagliano sempre in due o tre», ha spiegato, per l’ennesima volta, lo spagnolo dopo la gara col Genoa. Il punto è: in venti giornate di campionato, solo cinque volte Rafael ha chiuso la gara imbattuto.

Il fortino è gracilino. Ma diventa quasi di cartapesta nei secondi tempi dove il Napoli ha incassato il 64% dei gol. Ovvero ben 16. Ripartiti così: 7 gol tra il 46’ e il 60’; 6 gol tra il 61’ e il 75’; 3 nel quarto d’ora finale. Contro le nove reti che invece Rafael ha preso nei primi tempi. L’equilibrio tra i reparti è alla base dei successi di tutti. E questo equilibrio, nel Napoli di Benitez non c’è ancora.



Il Napoli potenzialmente, col suo poderoso serbatoio di classe, potrebbe essere bello come la Juventus, ma i gol di Higuain e le geometrie dei fantasisti azzurri sono fiori sulla roccia, senza radici. Benitez ha partorito una creatura dall’anima di Penelope, che disfa in difesa ciò che ha tessuto in attacco. Creatura grottesca. Rafa non fa che implorare una migliore organizzazione difensiva, ma tra il gol subito da Maxi Lopez, allora del del Chievo, alla seconda giornata e quello di Iago Falque domenica scorsa è cambiato poco. La dormita dei centrali azzurri è, infatti, una costante. Perciò Benitez, sull’argomento, sorride amaro. «Dobbiamo lavorare su questo aspetto», ripete lo spagnolo.



Domenica con il Chievo l’assenza di Koulibaly costringerà Benitez a riportare là nel mezzo della difesa Britos. L’uruguaiano, quest’anno, ha giocato come centrale in Coppa Italia con l’Udinese, poi in campionato solo con il Parma e infine due volte in Europa League (con lo Slovan, sia all’andata che al ritorno). Le altre volte che è andato in campo lo ha fatto da esterno sinistro. Henrique non sembra ancora aver recuperato dall’affaticamento muscolare che lo costringe anche in questi giorni a lavorare a pare.



Comunque sia, il Napoli deve assolutamente alzare un muro davanti a Rafael. Un altro numero: lo scorso anno il Napoli ha incassato 39 gol in 38 partite. Ora, a metà stagione, è già a quota 25. Dopo venti giornate del campionato 2013/14 erano 18. Di più: il Napoli a metà stagione ha già incassato in casa 16 reti, ovvero un gol in più di quanto complessivamente subito in tutte le 19 gare al San Paolo dello scorso anno (solo 15).



Insomma, il Napoli di Benitez non sa come difendersi. E nonostante le insistenze proprio del tecnico spagnolo, nulla dovrebbe arrivare dal mercato a sostegno di un reparto che dà solo ansie. Una maledizione per Rafa: identificato come un tecnico condizionato da eccessi di prudenza, lo spagnolo si ritrova con una squadra che pare un colabrodo.



I numeri non dicono tutto a proposito delle carenze difensive della formazione che è comunque terza in classifica e in piena rimonta. Né Rafael, il brasiliano che ha preso il posto di Reina (lasciato andare via forse con eccesso di ottimismo nei confronti del suo sostituto) raramente con le sue parate è riuscito a nascondere i meccanismi difensivi deficitari. In realtà, gli unici a mettere davvero una pezza sono Higuain e gli altri attaccanti.

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