Occasione preziosa, purché non diventi una Provincia bis

di Bruno Discepolo
Mercoledì 17 Dicembre 2014, 22:51 - Ultimo agg. 22:53
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Il capodanno del 2014 porterà in dote anche la nascita delle Città metropolitane italiane. La loro legge istitutiva, la numero 56 dell’aprile scorso, più conosciuta come legge Delrio, prevede che per quel giorno ciascuna città si sia dotata del proprio Statuto.

Ad aver fatto i compiti, sin’ora, è stata solo Firenze, mentre per strada sono Genova, Milano, Bari, Roma e Bologna, che stanno completando l’iter di elaborazione, discussione e infine varo del documento anche attraverso un percorso di confronto con i cittadini e l’opinione pubblica.



A Napoli è stato eletto solo ieri il presidente della commissione Statuto del Consiglio metropolitano, il sindaco di Afragola Domenico Tuccillo. Ma siamo appena all’inizio del cammino. Anche di questo si parlerà nell’incontro di oggi pomeriggio, promosso dall’associazione NoiperNapoli, ospitata dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.



Tutte le volte che si è discusso finora di Statuto dei nuovi enti territoriali lo si è fatto in sedi, anche universitarie, e con competenze quasi esclusivamente di natura tecnico-giuridica. In molti casi la preoccupazione degli intervenuti era legata alla verifica della compatibilità costituzionale delle nuove norme.



Non ci si è accorti sufficientemente, e fuori da alcune tecnicalità, che molti dei limiti contenuti nell’impianto della legge istitutiva sono superabili proprio in sede di definizione statutaria. In effetti è ancora oggi possibile optare, limitatamente alle città metropolitane con oltre tre milioni di abitanti, e quindi Roma, Milano e Napoli, tra due distinti modelli di nuovo ente.



Nel primo caso, la scelta è per un tipico ente di area vasta con funzioni di coordinamento, molto simile in sostanza alla vecchia Provincia, seppure transitato nella nuova configurazione prevista dalla legge stessa.