Napoli. Scandalo cartelle pazze, fermi al Comune 25mila ricorsi

Napoli. Scandalo cartelle pazze, fermi al Comune 25mila ricorsi
di Valerio Iuliano
Giovedì 30 Ottobre 2014, 23:22 - Ultimo agg. 23:41
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Quintali di fogli di carta giacciono nei capienti armadi di un ufficio comunale. Molti andranno forse al macero perché in quelle stanze nessuno ha il tempo di guardarli tutti e dare seguito alle lamentele di chi li ha compilati.

I fogli di carta corrispondono ai 50mila moduli presentati da altrettanti contribuenti napoletani, negli ultimi 5 anni, per le cartelle pazze, riguardanti il tributo sui rifiuti. Una tassa molto spesso iniqua perché, in tantissimi casi, il Comune ha recapitato ai cittadini avvisi di pagamento sbagliati, con importi nettamente superiori a quelli previsti dai regolamenti.

Circa 10mila napoletani ogni anno - in tutto 50mila, dal 2010 ad oggi - hanno reagito alle iniquità con un ricorso all’ufficio tributi di corso Lucci. Solo la metà dei ricorsi presentati ha avuto un buon esito, con il riconoscimento dell’errore da parte dell’ente e con il successivo rimborso della somma elargita ingiustamente dal contribuente. «Circa 5mila pratiche ogni anno vengono sbrigate - fanno sapere i funzionari - e le altre 5mila restano inevase. Ad oggi, quelle senza esito sono 25mila. Il personale è insufficiente per rispondere a tutti».

I faldoni, dunque, si accumulano e per i cittadini ci sono poche speranze di restituzione del maltolto. Ma come si effettua il ricorso? Le possibilità sono due. Chi ha la fortuna di accorgersi tempestivamente dell’errore contenuto nella cartella, può recarsi negli uffici. In questo caso, ci sono buone possibilità di cavarsela, sebbene al prezzo di una giornata di file terrificanti. Nel secondo caso - corrispondente proprio ai quei 50mila sfortunati - l’errore viene scoperto solo dopo il pagamento della tassa non dovuta. E qui scatta il ricorso postumo.

Dall’amministrazione comunale arrivano i primi segnali di riconoscimento dell’errore. «Dall’inizio del prossimo anno, useremo un software che ci consentirà di digitalizzare tutti i moduli, in modo da velocizzare enormemente le pratiche». Se lo augurano in tanti. E i contribuenti che non ricevono risposte dal Comune per le cartelle sbagliate che cosa possono fare? Le soluzioni sono poche. Talvolta le vittime di cartelle con costi esorbitanti si rivolgono ad un avvocato o ad un’associazione di consumatori. L’apertura di un contenzioso richiede molti anni, prima di un verdetto. «Fino a tre anni fa - spiega l’avvocato Angelo Pisani, dell’associazione NoiConsumatori - erano tanti gli esempi di contribuenti che non accettavano di pagare il tributo, a causa dei cumuli di spazzatura nelle strade. Molti si sono rivolti a noi per fare ricorso. Nel 50% dei casi, il giudice in primo grado ha dato loro ragione, riconoscendo un rimborso, totale o parziale, della somma versata. Nell’altro 50%, abbiamo fatto ricorso in Cassazione. Un altro caso molto frequente è quello in cui al cittadino arriva una notifica di Equitalia, per una cartella emessa più di cinque anni prima. Allora segnaliamo il fatto alla commissione tributaria che annulla la notifica».

I comportamenti degli enti pubblici sul tema dei tributi vengono giudicati poco ortodossi dalle associazioni di categoria. «Prima di inviare una notifica tramite Equitalia - spiega Mauro Pantano, presidente di Confcommercio Libere professioni - il Comune dovrebbe obbligatoriamente segnalare al contribuente l’importo della maggiorazione della tassa e il motivo. E il cittadino deve avere dai 30 ai 60 giorni a disposizione per difendersi. Invece il Comune non lo fa e si affida subito ad Equitalia. L’ente gioca sul fatto che i cittadini non hanno i soldi per rivolgersi ad un legale. In assoluto, la categoria più colpita dalla cartelle pazze è quella dei commercianti e i contenziosi durano anni».

Comunque vada, la Tari è un grave problema, tanto per chi fa ricorso quanto per chi riceve notifiche per cartelle regolarmente pagate. E il tributo presenta anche il più alto tasso di evasione. Poco più del 50% a Napoli nel 2012. Anche se da palazzo San Giacomo fanno sapere che Il fenomeno si è attenuato lo scorso anno. Nel 2014, dalla Tari, il Comune punta ad ottenere 237 milioni. Ma potrebbero essere molti di meno.

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