Napoli. De Magistris reintegrato, il sindaco esulta e avverte: «Ho visto chi è stato leale»

Napoli. De Magistris reintegrato, il sindaco esulta e avverte: «Ho visto chi è stato leale»
di Luigi Roano
Giovedì 30 Ottobre 2014, 23:27 - Ultimo agg. 23:40
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In un sol colpo si riprende due fasce: quelle di sindaco e di sindaco metropolitano. È il primo effetto della ordinanza del Tar sulla sospensione a Luigi de Magistris, primo cittadino eletto dal popolo e rientrato nel pieno delle sue funzioni. Contento, felice, ma senza eccessi. Si toglie qualche sassolino dalle scarpe, del resto facendo il sindaco di strada ce ne saranno ancora parecchi da smaltire: «Continuerò a farlo, sarò sempre sindaco di strada fa bene a me e alla città» sottolinea l’ex pm. I suoi fedelissimi, ovvero i 25 consiglieri di maggioranza, hanno resistito, anzi, senza il sindaco, nel Palazzo hanno dato l’impressione di maggiore compattezza in questo mese: «Oggi è nu juorno buono - commenta in dialetto - io non sono scomparso né sono stato sequestrato, sono stato presente, ho fatto il sindaco di strada, politicamente sempre in contatto con giunta e maggioranza. Ringrazio tutti, ringrazio Sodano per quello che ha fatto e tutti gli altri che non hanno mollato. Questo mese mi ha insegnato che non siamo riusciti a comunicare ai napoletani il grandissimo lavoro fatto in questi tre anni e mezzo, stare in strada è stato un bene. Si è rafforzato il mio legame con la città e con i napoletani». De Magistris non dimentica le sofferenze di questo mese: «Non vedevo l’ora di tornare. Sono contento ed emozionato ma nulla a che vedere con quanto provato quando sono stato eletto. Sono stato ripagato di una ingiustizia profonda. La mia vicenda resta però in salita: è intrisa di ingiustizia. Il Tar ha avuto coraggio è entrato in una questione complessa, potevano essere tante le sentenze. Una cosa però era chiara, i cittadini erano stati espropriati del loro sindaco. Sono stati ristabiliti i valori costituzionali». Il pensiero ora corre a chi ha chiesto in questo mese dove era particolarmente fragile la sua posizione le sue dimissioni: «Non dimentico - ripete come un refrain - non sono intervenuti solo Obama e Putin poi hanno parlato tutti. Ho deciso da subito di non mollare. La forza me l’hanno data i napoletani che in questo mese ovunque sono andato me lo hanno ribadito. E tanta forza ho tratto vedendo chi chiedeva le mie dimissioni, dovevo andare nella direzione opposta, quello era il vento buono dove issare le vele». Non dimentica de Magistris, e ritorna sul recente passato: «Napoli è una città che non si piega e la mia è una vicenda surreale. Ho subito troppe ingiustizie da uomo delle istituzioni, una delle più grandi dal Csm presieduto dal Capo dello Stato e Nicola Mancino». Il riferimento a Giorgio Napolitano è chiaro: «Con lui devo avere rapporti istituzionali, è mio compito e dovere. Quello che avevo da dire del resto l’ho già detto. Perché mi volete far litigare con Napolitano?. Io rispondo ai cittadini non a Napolitano».



C’è un dato di cronaca che va rilevato: in tre anni e mezzo di consiliatura de Magistris è finito nel mirino della magistratura, della Corte dei Conti, dei tribunali e quello che viene fuori è che ha sempre vinto tutti i ricorsi fatti: «La mia vicenda è lunghissima e non so se avrà una fine, io ho agito sempre secondo il rispetto della legge e della Costituzione. Oggi c’è una vittoria, domani chissà. Le vicende della mia vita mi hanno insegnato che un conto è la legalità formale, altra cosa è la giustizia e sarò sindaco di strada, lo ripeto ancora, perché da oggi sarò sempre di più per la giustizia sociale». Un pensiero lo dedica al ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Dico al ministro di darci i soldi che ci spettano per l’approvazione del piano di riequilibrio, almeno con la stessa rapidità con cui è arrivata la mia sospensione, sono 170 milioni che servono ai napoletani». Alfano, come è noto, lo scorso primo ottobre nel corso del question time alla Camera, annunciò il provvedimento di sospensione che fu poi notificato a de Magistris il giorno successivo. L’ultimo pensiero, in realtà il primo per importanza è dedicato, alla sua squadra: «Non hanno mollato e io non dimentico: è nei momenti della guerra che ci si conta, lo abbiamo fatto e abbiamo visto chi ha avuto coraggio e lealtà, chi si è spaventato e chi si è girato dall’altra parte. Questi sono i momenti della verità e adesso faremo il punto, ci resettiamo e andremo avanti. Ho il diritto di governare e di ricandidarmi».
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