«L'ovulo non fecondato è brevettabile»: la decisione della Corte di Giustizia Ue

«L'ovulo non fecondato è brevettabile»: la decisione della Corte di Giustizia Ue
Giovedì 18 Dicembre 2014, 14:43 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 08:36
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BRUXELLES - Un ovulo non fecondato e quindi non in grado di svilupparsi in un essere umano può essere, in linea di principio, oggetto di brevetto a fini industriali o commerciali. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea, secondo cui per poter essere qualificato come 'embrione umano', un ovulo umano non fecondato "deve necessariamente avere la capacità intrinseca di svilupparsi in essere umano".

Di conseguenza, "il solo fatto che un ovulo umano attivato per partenogenesi inizi un processo di sviluppo non è sufficiente per considerarlo un embrione umano".



LA SENTENZA Il caso rimanda a una sentenza del 2011, in cui la Corte di giustizia europea ha dichiarato che l'uso delle cellule staminali embrionali per la ricerca scientifica non può essere brevettato per motivi di dignità umana. Ma la britannica Stem Cell Corporation ha sostenuto che la sentenza non si debba applicare agli embrioni che non possono svilupparsi in esseri umani. La direttiva comunitaria del 1998 sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche prevede invece che non sono brevettabili le utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali o commerciali. Ma la sentenza di oggi della Corte di giustizia della Ue stabilisce che un organismo non in grado di svilupparsi in essere umano non costituisce un embrione umano ai sensi della direttiva.



GLI SCOPI La decisione apre le porte all'utilizzo per scopi commerciali, per sperimentazioni e ricerca su malattie, ma anche alla vendita.
Una decisione che ribalta quanto stabilito il 18 ottobre del 2011, quando la stessa Corte vietava lo sfruttamento commerciale dei farmaci ricavati da cellule staminali con procedimenti che comportano la distruzione degli embrioni umani.