Quirinale, a vuoto il primo voto. Renzi: Mattarella è l'unico nome Pd. Berlusconi: vediamo se hanno i numeri

Quirinale, a vuoto il primo voto. Renzi: Mattarella è l'unico nome Pd. Berlusconi: vediamo se hanno i numeri
Giovedì 29 Gennaio 2015, 15:10 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 09:00
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Quirinale: non scatta quorum, fumata nera a primo voto. Nell'Aula della Camera la prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Il quorum richiesto per le prime tre votazioni era di 673 voti.



Ecco il risultato della prima votazione per il presidente della Repubblica: presenti e votanti 975, maggioranza richiesta 673. Hanno ricevuto voti: Imposimato, 120 Feltri 49 Castellina 37 Bonino 25 Rodotà 23 Albertini 14 Sabelli Fioretti 11 Morelli 9 Prodi 9 Caleo 8 Bersani 5 Mattarella 5 Martino 3 Messina 3 Mieli 3 Finocchiaro 2 Greggio 2.



I voti dispersi sono stati 48, e tra questi sono stati considerati anche i voti per Giancarlo Magalli, Sabrina Ferilli e Antonio Razzi, non avendo superato i due voti. Dispersi anche i voti per Enrico Letta e Francesco Totti, che non hanno ancora i requisiti anagrafici per essere eletti al Colle, hanno meno di 50 anni. Le schede bianche sono state 538, 33 le nulle.




Applausi a Napolitano. Un lungo applauso dell'Aula di Montecitorio ha segnato l'ingresso del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. «Sono contento il linea di principio per chiunque sia il mio successore». Lo afferma Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti in transatlantico alla Camera, ai giornalisti che gli chiedono se condivide il nome di Sergio Mattarella quale successore alla presidenza della Repubblica.







La maggioranza richiesta per eleggere il capo dello Stato nelle prime tre votazioni è di 673 voti. Lo spoglio sarà pubblico alla fine della votazione. In Aula c'è il pienone. La presidente della Camera Laura Boldrini siede al fianco della vicepresidente vicaria del Senato Valeria Fedeli (il presidente Pietro Grasso esercita le funzioni di capo dello Stato dalle dimissioni di Giorgio Napolitano.



Renzi indica Mattarella. Il premier il nome lo ha proposto all'assemblea dei grandi elettori del Pd ed è stato approvato all'unanimità. «Spero che da sabato mattina potremmo rivolgerci a lui come "signor presidente"», ha detto il premier.



«Sergio Mattarella è uomo della legalità, della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola», ha aggiunto Renzi. Poi su Twitter ha aggiunto: «La lotta alla mafia, le dimissioni per un ideale, i collegi per i parlamentari, l'abolizione della naja. Un politico per bene. #Mattarella».



Senza il sostegno di Forza Italia e Ncd Mattarella comunque non ha i numeri per essere eletto al Quirinale oggi, alla prima votazione. Ma secondo lo schema iniziale, che vedrebbe il candidato eletto al quarto scrutinio con la maggioranza assoluta di 505 voti, il giudice Costituzionale avrebbe i numeri anche con il no di Silvio Berlusconi.



Il Pd infatti può contare su 444 (446 con i presidenti di Camera e Senato che però non votano) grandi elettori, tutti o quasi a favore dell'elezione di Mattarella. A questi vanno aggiunti i 34 elettori Sel -

oggi è arrivato il placet ufficiale anche di Vendola - i 32 voti del gruppo autonomie e anche i 45 sì dell'area composta da Scelta Civica e dai Popolari. A questo corposo gruppo potrebbe probabilmente anche aggiungersi quello degli ex M5s, che non hanno dato finora il loro diniego alla candidatura di Mattarella e che sono formati da circa 32 parlamentari (alla prima chiama però gli ex M5S voteranno Stefano Rodotà). Il totale sarebbe quindi di oltre 580 voti, sufficienti per chiudere la partita alla quarta votazione prevista sabato.



Forza Italia voterà scheda bianca. Se si andasse avanti anche dopo la quarta votazione Fi non voterà Mattarella, ha detto Berlusconi all'assemblea dei grandi elettori del partito. «Vediamo se hanno i numeri per eleggere Mattarella da soli», ha sottolineato il leader di FI.



La candidatura di Mattarella «è una forzatura unilaterale del presidente del Consiglio, ovvero del segretario Pd. Non so se passerà ma certamente noi non lo votiamo», ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani. «La decisione unilaterale di Renzi di candidare Mattarella senza il nostro assenso,senza la nostra condivisione, evidentemente è uno strappo difficilmente sanabile», ha aggiunto Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, a SkyTg24.



«Sento emozione e responsabilità perché tocca a noi provare a dare una risposta alla vicenda istituzionale più rilevante che la Costituzione prevede per il nostro Paese», ha detto Renzi all'assemblea dei grandi elettori del Pd. «Il fatto che la responsabilità è nostra non deriva dalla direzione Pd: tocca a noi l'hanno detto gli altri partiti. Vorrei che fosse chiaro, non è arroganza».



Renzi ha chiesto il voto ai grandi elettori sul nome di Mattarella. «Sappiamo quanto abbia creato frizioni» la vicenda delle ultime elezioni per il Colle: «Ha lasciato tante ferite ma oggi abbiamo l'occasione per cancellare lo smacco del 2013. Abbiamo l'opportunità di cambiare non tanto il corso della legislatura ma di cancellare quello smacco», ha proseguito.



«Quando si parla di Quirinale non si sceglie una candidatura su esigenze di parte ma autorevole che sa dire dei no e ha la schiena dritta», ha detto ancora Renzi.



«Non ci deve essere spazio per i giochini del dopo. Se si sceglie un candidato si vota quel candidato», ha insistito il premier, chiedendo «franchezza» a chi fosse contrario al nome proposto. «Il Colle non è un passaggio per cui ci divertiamo a fare i nomi. Chi vuole bruciare i nomi fa i falò».



«Chiedo la massima franchezza tra di noi, mostrando cura delle istituzioni. Non è un momento come gli altri: se falliamo non sarà una normale sconfitta parlamentare», ha rilevato ancora il premier.



«Mattarella è giudice costituzionale, noi stiamo cambiando la Costituzione. Mattarella è difensore della Costituzione che non significa imporne l'intangibilità ma essere capace di difenderla e valorizzare i processi di transizione nel pieno rispetto delle regole», ha detto Renzi. «Non stiamo semplicemente mettendo in discussione un nome ma cercando di dire che il prossimo settennato deve consentire di vivere alle forze politiche il proprio confronto e scontro con serenità».



«Se qualcuno di voi sarà avvicinato in questi giorni da pensieri, polemiche e tweet sappia che non ha solo la responsabilità con la penna di scrivere un nome ma di far fare bella figura alla politica e restituire l'idea che il Pd discute ma al momento chiave è unito e responsabilità», ha detto ancora Renzi.
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