Avellino, chiudeva i bimbi in una stanza buia: maestra nei guai

Avellino, chiudeva i bimbi in una stanza buia: maestra nei guai
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 17 Febbraio 2017, 12:35 - Ultimo agg. 16:39
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Condannata a due anni e 8 mesi di reclusione la maestra Amedea Di Giovanni, accusata di violenza nei confronti dei suoi alunni. La donna, inoltre, è stata condannata al pagamento di una provvisionale, pari a 4mila euro, per ogni bambino che è stato vittima dei suoi metodi d’insegnamento violenti. In tutto sette sono i bambini, i cui genitori si sono costituiti parte civile nei confronti dell’insegnante. Infine la misura degli arresti domiciliari è stata sostituita con un anno di interdizione dai pubblici uffici e dal luogo di lavoro. Questa la sentenza emessa dal Giudice dell’udienza preliminare, del tribunale di Avellino, Vincenzo Landolfi, dopo una lunga camera di consiglio tenuta al termine della celebrazione del rito abbreviato, così come richiesto dall’avvocato Brigida Cesta, difensore della donna. 
Il Pubblico ministero che ha seguito le indagini aveva chiesto quattro anni di reclusione per la maestra della scuola materna di rione Valle incastrata dalle telecamere installate dagli agenti della squadra Mobile della questura di Avellino, all’indomani delle diverse denunce presentate da alcune mamme allarmate per i cambiamenti umorali e per alcuni lividi notati sui loro bambini. La maestra, originaria di Manocalzati, sposata con un imprenditore e da anni residente ad Avellino, oltre a vantare una carriera trentennale alle spalle e una reputazione di tutto rispetto nell’ambito scolastico, avrebbe avuto una rete di protezione e appoggio, perfino di connivenza. Conclusione alla quale giunse il Gip del tribunale di Avellino, Giovan Francesco Fiore, riportandola nella sua ordinanza di custodia cautelare con la quale sottopose la donna al regime degli arresti domiciliari in quanto le vessazioni subite dagli alunni, come testimoniano anche le riprese realizzate dagli agenti della III Sezione della Squadra Mobile di Avellino, sarebbero avvenute alla presenza di altro personale, docente e non, in servizio all’interno del plesso scolastico di Piazza Carlo Festa. La donna fu arrestata il 30 maggio dello scorso anno, al termine di lunghe ed articolate indagini e da allora è stata sottoposta, fino alla revoca di ieri, al regime degli arresti domiciliari. La maestra è stata sottoposta per nove mesi alla misura restrittiva, dopo che la richiesta di scarcerazione presentata dal suo difensore di fiducia Brigida Cesta, venne rigettata dal tribunale del riesame di Napoli. A smascherare la maestra furono gli stessi bambini che seppure intimoriti raccontavano dell’esistenza di una camera buia, soprannominata del telefono, nella quale venivano lasciati soli, in lacrime, per ore. Ma nelle immagini delle telecamere sono state registrate anche espressioni forti pronunciate dalla maestra nei confronti dei più piccoli: «Stai zitto o ti ammazzo».
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