Benevento, inflazione senza tregua: salasso per le famiglie

Il capoluogo è quarto a livello nazionale tra i comuni maggiormente colpiti dal fenomeno

Un carrello della spesa vuoto
Un carrello della spesa vuoto
di Domenico Zampelli
Mercoledì 17 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 18:20
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L’inflazione viaggia in quarta. È questa infatti la posizione nazionale occupata dal capoluogo sannita nel report Istat sui prezzi al consumo relativo al mese di marzo. Per le famiglie il salasso annuo - misurato dall’Unione Nazionale dei Consumatori - è di 470 euro, che partono dai prodotti alimentari e arrivano alla ristorazione, passando per i mobili e gli arredi da giardino.

La manutenzione della casa costa quanto a Milano, e persino l’acquisto di un’auto è fra i più cari in Italia. È impietoso il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno e a poco è servito rallentare a marzo: altrove i prezzi sono in discesa. Senza andare lontano, già nella confinante Campobasso i numeri dell’Unione Nazionale Consumatori dicono che le famiglie stanno risparmiano 21 euro.

In un anno è accaduto l’imponderabile: a marzo 2023 secondo i calcoli dell’Istat Benevento occupava la casella 30 nella graduatoria nazionale dell’incremento dei prezzi, poi ad aprile è arrivata la posizione 17 ed il mese successivo la 7. Da allora il capoluogo sannita si piazza regolarmente nella top ten, addirittura in prima posizione per quattro mesi, fra ottobre 2023 e gennaio 2024. Poi è arrivata la quarta posizione, che non cambia molto la difficile situazione. Difficile quanto cattiva, perché si accanisce su beni di prima necessità. A far male di più alle economie familiari sono infatti i prezzi degli alimentari: rispetto allo scorso anno l’incremento è del 5,1%, secondo posto in Italia dopo Napoli che fa registrare 6,1%. Ad aggravare il quadro sannita c’è il fatto che rispetto a febbraio c’è stato un calo dei prezzi, ma contenuto nello 0,2%, laddove il capoluogo regionale ha fatto registrare nell’ultimo mese un decremento dello 0,8% e Viterbo (che completa il podio) cala di un punto percentuale.

Se si considera poi che il dato nazionale dice 2,8% si comprende ancor di più l’affanno beneventano. Che è forte anche nel settore “ho.re.ca.” (hotellerie, restaurant, cafè). Non è per niente benevolo il primo posto nazionale per gli aumenti nella ristorazione, che toccano il 10,8% rispetto a un dato nazionale che si ferma a meno di un terzo (3,4%). Poco spiegabile anche il settimo posto nel settore dei servizi di alloggio: qui l’incremento è del 12,5%, doppio del dato nazionale al 6,1%. Sorgono molti interrogativi anche guardando i primi posti di questa classifica: tolti Viterbo e Grosseto, le altre posizioni sono occupate da Rimini, Roma, Venezia e Firenze.

Luoghi insomma dove il turismo non manca. A differenza di Benevento.

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I numeri dell’inflazione raccontano poi quanto sia difficile a Benevento acquistare mobili (terzo rincaro più alto a livello nazionale, +6,1% contro un dato nazionale al 2,5%), arredare il giardino (secondo rincaro più alto, +6,4% rispetto al dato medio nazionale dell’1,6%) e persino acquistare un mezzo di trasporto: in quest’ultimo caso la forbice è più stretta, però fra un massimo del 2,6% e un minimo al 2,3% Benevento è terza al 2,5%. Pure quando sembra che la classifica sia tranquillizzante emergono perplessità: è il caso degli aumenti nelle spese per la manutenzione della casa, che vedono Benevento nella casella nazionale 17, non proprio altissima eppure sugli stessi livelli di Milano.

I rincari

Tutto questo si ripercuote e pesantemente sulle economie familiari che ruotano intorno all’Arco Traiano, costrette a subire secondo i calcoli effettuati dall’Unione Nazionale Consumatori un rincaro di 470 euro in un anno, il settimo più alto in Italia, tanto più vicino al primo posto di Rimini (+679 euro) quanto più lontano dall’ultimo posto di Campobasso (dove invece le famiglie risparmiano 21 euro). Una forbice di importi, quella sannita, su cui occorrerebbe indagare e riflettere. In Campania va ancor peggio a Napoli, che occupa il secondo posto nazionale con 551 euro, ma per il resto la situazione è più sopportabile: ad Avellino il rincaro è di 278 euro, mentre a Caserta l’importo della spesa media delle famiglie è lo stesso dell’anno scorso.

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