Estorsioni e omicidi: 16 arresti
nelle cosche di 'ndrangheta

Estorsioni e omicidi: 16 arresti nelle cosche di 'ndrangheta
Mercoledì 22 Febbraio 2017, 08:31 - Ultimo agg. 12:55
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Vasta operazione antimafia della Polizia di Stato di Catanzaro e dello Sco: 14 arresti nei confronti di presunti esponenti di spicco delle cosche di 'ndrangheta Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, attive nel comprensorio di Lamezia Terme. Dalle indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro, emerse presunte responsabilità in relazione a numerosi episodi estorsivi ai danni di imprenditori. Le persone coinvolte erano state tutte condannate, nei giorni scorsi, in sede di giudizio abbreviato, a pene significative in quanto ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione e traffico di armi.

Le attività investigative sono state coordinate dal Procuratore aggiunto della Dda, Giovanni Bombardieri, e dal pm Elio Romano, con la supervisione del Procuratore Nicola Gratteri. È stato inoltre accertato l'accordo, formalizzato attraverso veri e propri «summit mafiosi», tra le cosche Iannazzo e Giampà per la spartizione dei proventi del racket, secondo un collaudato sistema operativo. Con gli arresti odierni, secondo quanto riferisce in un comunicato la Questura di Catanzaro, vengono ribadite le contestazioni che riguardano anche omicidi accaduti nell'ambito della «guerra di mafia» a Lamezia Terme. In particolare, l'assassinio di Antonio Torcasio, nel maggio del 2003, suscitò particolare clamore in quanto compiuto nelle adiacenze del Commissariato di polizia di Lamezia Terme nel momento in cui la vittima si accingeva ad adempiere all'obbligo di firma.

Significativo anche l'omicidio di Vincenzo Torcasio, eseguito nel luglio del 2003 a Falerna, località turistica della costa tirrenica, davanti ad una paninoteca in presenza di numerosi avventori del locale. In quest'ultima occasione fu ferita un'altra persona, Vincenzo Curcio. Entrambi gli omicidi, secondo quanto é emerso dalle indagini, alle quali hanno contribuito con le loro dichiarazioni alcuni pentiti, s'inserivano in una strategia criminale da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte finalizzata a mantenere il loro esclusivo controllo delle attività illecite in gran parte del comprensorio di Lamezia Terme anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri, anch'essa attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.
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