Ombre sul modello dell'accoglienza
Il sindaco dei migranti sotto attacco

Il sindaco di Riace, Domenico Lucano
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano
di Serafina Morelli
Venerdì 30 Dicembre 2016, 09:55
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Riace. Comunità e integrazione contro gli affari loschi e il business dell’accoglienza dei migranti. È questa la ricetta del modello Riace portato avanti dal sindaco Domenico Lucano fin dal 1998, con l’arrivo dei primi richiedenti asilo curdi. Quello sbarco cambiò il destino del piccolo paesino della Locride, in provincia di Reggio Calabria, e dei tanti rifugiati che si sono integrati e hanno ricominciato a vivere in Calabria. Da qui è partito il primo cittadino per costruire le basi di un progetto oggi studiato e ammirato in tutto il mondo. «Sfido la burocrazia per fare il più possibile. E porto con me l’orgoglio – spiega Domenico Lucano - di aver fatto qualcosa al di sopra della politica degli interessi. Abbiamo davvero fatto e dato tutto senza le solite speculazioni economiche». Ma ora qualcuno ha intenzione di distruggere «l’utopia della normalità» del sindaco di Riace, di fermare il suo progetto, quel modello raccontato anche nel film documentario “Il Volo” dal regista tedesco Wim Wenders.

Domenico Lucano non può più tollerare alcuna ombra sul suo operato e ha così annunciato le sue dimissioni. Prima la visita ispettiva del Viminale, la relazione del prefetto di Reggio Calabria che annotava «le criticità del progetto di accoglienza», poi un video pubblicato su Youtube per far credere che il sindaco di Riace abbia pilotato un appalto con i fondi arrivati dalla Regione. Mimmo “U Curdu” – così lo chiamano in paese – parla di fango o di una regia occulta: «Le mafie forse hanno imparato una nuova strategia: non mi fanno intimidazioni, violenze eclatanti, perché sono consapevoli di rendermi più forte, rimangono due possibilità: la mia vita o le diffamazioni e le denigrazioni».

Afghanistan, Sudan, Palestina, Eritrea, Iraq, Kurdistan: il villaggio globale di Riace ospita chi fugge da guerre e carestie. Ognuno fa la sua parte: c’è chi si occupa della raccolta differenziata con un carretto trainato da un asino, chi fa il mediatore culturale, chi si prende cura del centro storico: tutti sono ben integrati nel paese. Domani in un consiglio comunale aperto, il sindaco – l’unico italiano inserito nella classifica della rivista “Fortune” tra i 50 leader più influenti al mondo insieme al Papa, la Merkel e Bono degli U2 - deciderà definitivamente se lasciare o meno la poltrona. «Metto nelle mani dei consiglieri comunali la decisione su di me e sul mio operato. Se ci sono delle incertezze è giusto che devono emergere. Non voglio che – ha affermato Lucano - ci siano ombre in grado di offuscare l’orizzonte politico e sociale che ha indicato una via possibile e alternativa nella prassi politica soprattutto dei piccoli governi locali». Il Consiglio sarà ospitato nella Mediateca del paese, devastata dai vandali nella notte fra il 22 e 23 dicembre. Un gesto che molto probabilmente mirava, ancora una volta, a depotenziare l’operato del sindaco.

Tanti gli attestati di solidarietà arrivati in queste ore. Accanto a Lucano anche il segretario generale Fiom-Cgil Maurizio Landini: «La Fiom-Cgil tutta, e in particolare quella della Calabria ha sempre sostenuto e guardato all'esperienza dell'amministrazione del sindaco Mimmo Lucano nel suo paese – sostiene - come una di quelle più significative ed esemplari per umanità, responsabilità e solidarietà. L'inclusione, l'accoglienza e la convivenza, messe in pratica quotidianamente da Lucano e dalla comunità di Riace, sono il segno che nell'Europa degli egoismi, dei muri e dei respingimenti è possibile un'altra pratica e un altro modello. A nessuno è permesso di infangare questa bella storia». 
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