Carabinieri, l'addio del comandante provinciale Scafuri: «Le nuove leve di camorra non hanno speranza»

Carabinieri, l'addio del comandante provinciale Scafuri: «Le nuove leve di camorra non hanno speranza»
di Mary Liguori
Mercoledì 28 Settembre 2016, 11:25
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CASERTA - Ottomila arresti in quattro anni, decine di cold case risolti, una netta diminuzione dei reati (meno 10 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015) e due anni senza omicidi di camorra. Attacco frontale alla corruzione. Denunce in aumento da parte delle vittime del racket, prova di una fiducia crescente nello Stato. Sono i numeri, formidabili, del colonnello Giancarlo Scafuri, dall’ottobre del 2012 alla guida del comando provinciale di Caserta. Dopo le esperienze in vari comandi d’Italia, da Palermo a Milano, poi i quattro anni napoletani prima del trasferimento in Terra di Lavoro, dalla settimana prossima sarà a Reggio Calabria. Una grande, ennesima sfida, per un ufficiale che da sempre predilige la concretezza all’apparenza. Poche le interviste rilasciate in questi anni. Il colonnello Scafuri è arrivato a Caserta con le migliori premesse e i risultati sono stati immediatamente visibili. Anni durante i quali la criminalità è molto cambiata, con le condanne definitive per i camorristi storici. Da tempo il raggio d’azione dei clan è concentrato sull’economia e ora si parla di nuove leve pronte a riorganizzarsi intorno a personaggi di spicco che a breve torneranno liberi.
Qual è il rischio concreto?
«Non hanno alcuna speranza. Tanto è stato fatto, molto ancora c’è da fare, ma i risultati conseguiti significano che non si può tornare indietro. Sono ottimista, bisogna esserlo: si andrà avanti in questo senso. I risultati di questi anni sono il frutto di una congiuntura positiva di uomini e intenti. Innanzitutto i miei carabinieri, eccezionali, conosco il ognuno di loro per nome , ciascuno abnegato al proprio incarico: li porterei tutti con me a Reggio Calabria se potessi. Collaborazione è stata la parola chiave. Massima, con le tre procure: Dda, Santa Maria Capua Vetere e Napoli Nord. Non competizione, ma fattiva collaborazione, poi, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza».
Colonnello, qual è il suo bilancio umano e professionale?
«Quattro anni che ora mi sembrano quattro giorni. Belli, complicati. Vado via a malincuore, non nascondo che ci avrei vissuto in pianta stabile. Lascio il comando al colonnello Alberto Maestri, ottimo carabiniere e persona perbene. Credo che tra i massimi obiettivi conseguiti ci sia l’avvicinamento sempre più forte ai cittadini. Anche per i problemi più banali si rivolgono a noi: una pensionata alla quale era saltata la corrente ha chiamata i carabinieri; significa che la gente ci sente vicini e per noi è importante dare sempre una mano a chi è in difficoltà».
Criminalità cambiata. Ormai zero «plomo», tanta «plata». Corruzione. Soldi per gli appalti è stato il leitmotiv delle inchieste degli ultimi 18 mesi. È in atto na sorta di «bonifica»?
«L’infiltrazione nella pubblica amministrazione è innegabile ma la stiamo fronteggiando con forza e questo è il momento in cui bisogna premere il piede sull’acceleratore. Si sono conseguiti importanti risultati per i Comuni, per le Asl dove avevano interessi sia la criminalità “classica” che imprenditori ritenuti «insospettabili». Si deve andare avanti così.
L’azzeramento dei vertici di una camorra «spettacolarizzata» dalla letteratura e dal cinema è colpita da un’emorragia di pentimenti...
«Le collaborazioni concettualmente sono una «resa» e forniscono materiale sul quale investigare. Da Iovine in poi una storia si è chiusa. Il materiale fornito dai pentiti corrobora i risultati di inchieste certosine».
Sicurezza, qual è la percezione che le perviene dalle compagnie e della stazioni?
«Reati in netta diminuzione in criminalità comune. Prevenzione, ma anche repressione. Ad Aversa, ad esempio, rapine e furti in diminuzione un po’ ovunque, ci sono stati due casi nei quali i responsabili sono stati presi immediatamente dopo i fatti. È un esempio della presenza importante dei carabinieri sul territorio, di un sistema efficiente ed efficace. Il Comando provinciale di Caserta è in linea in termini di personale, segnale di giusta attenzione dal comando generale, interregionale e regionale».
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