La prima vicenda, che ha visto indagati due esponenti politici di rilievo nazionale, Vladimiro Crisafulli del Pd e Luca Bagliani di Lega e Udeur, ha avuto come oggetto un vero e proprio tourbillon di rapporti finanziari, molti dei quali con conti esteri e si è conclusa con un nulla di fatto poiché, secondo i magistrati napoletani non vi sarebbero elementi atti a provare un’associazione a delinquere finalizzata a truffe finanziarie, per cui non ricorrerebbero gravi indizi di colpevolezza.
A Bagliani viene poi contestata, con altre sei persone, anche la falsificazione delle firme poste a sostegno della lista «Intesa Popolare» che si presentò alle Politiche del 2013; in tale circostanza, emerge dal provvedimento, l’ex deputato avrebbe promesso utilità varie, tra cui la candidatura nella lista, ad un tenente-colonnello dell’esercito impiegato al Comando Logistico Militare Nord affinché fornisse nominativi dalle banche dati in suo possesso. Per questa indagine, seguita dalla finanza di Venezia, ipotesi di reato avvenuto a Mestre, il gip partenopeo si è dichiarato incompetente trasmettendo gli atti al tribunale del capoluogo veneto.