Caserta, il caso discarica Lo Uttaro torna a Strasburgo: «Vigilare sulla bonifica»

Caserta, il caso discarica Lo Uttaro torna a Strasburgo: «Vigilare sulla bonifica»
Caserta, il caso discarica Lo Uttaro torna a Strasburgo: «Vigilare sulla bonifica»
di Daniela Volpecina
Lunedì 20 Maggio 2024, 08:21
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Lo Uttaro, a sette mesi esatti dalla condanna della Corte Europea dei diritti umani, la messa in sicurezza della discarica, e dell'area in cui sorge, non è ancora iniziata. È l'amara considerazione cui è giunto il Comitato dei Ministri, l'organo decisionale del Consiglio d'Europa, che ha annunciato che si occuperà del caso Lo Uttaro in occasione del Meeting numero 1501 programmato a Strasburgo dall'11 al 13 giugno.

In quella sede il Comitato interrogherà il Governo nazionale sugli interventi in essere e sulle azioni che intende mettere in campo per sanare una vicenda ormai ventennale, riservandosi anche la possibilità di infliggere delle penali nel caso in cui, nei dodici mesi successivi, non dovessero essere compiuti dei passi in avanti significativi sul piano della bonifica.

Nell'ottobre scorso la Corte Europea aveva infatti condannato la gestione della discarica Lo Uttaro da parte delle autorità italiane, accusandole di non aver tutelato il diritto alla vita dei cittadini che vivono nei pressi dell'impianto.

In località Lo Uttaro insistono ancora oggi tre discariche, mai bonificate. La prima, Ecologica meridionale, aperta nel 1990, Lo Uttaro attiva dal '94 al '98 e Lo Uttaro 2 aperta nel 2007 e in funzione per sei mesi prima di essere posta sotto sequestro dalla magistratura. Con la sentenza del 19 ottobre scorso, la Corte ha confermato l'esistenza di un grave inquinamento ambientale proveniente dalla discarica Lo Uttaro come risultato di circa vent'anni di smaltimento illegale di rifiuti, precisando poi che l'impianto è stato gestito in violazione delle disposizioni legislative e delle autorizzazioni amministrative in materia. Su Lo Uttaro pende anche un ricorso, presentato a Strasburgo tredici anni fa da diciannove persone, tutte residenti tra Caserta e San Nicola la Strada, che denunciavano l'esposizione all'inquinamento ambientale e il rischio di essere particolarmente vulnerabili ad alcune malattie.

«Finalmente la sentenza dei giudici di Strasburgo è entrata nella sua fase esecutiva spiega Alfredo Imparato, legale dei 19 ricorrenti ora il Governo italiano dovrà presentare un action plan e poi anche un report su quanto fatto, è chiaro che prima convocherà gli enti locali per una ricognizione sullo stato dei luoghi. Come è noto, siamo ancora allo stato embrionale e a questo punto è evidente che una messa in sicurezza dei siti non è assolutamente sufficiente. Urge una bonifica anche alla luce del fatto che la discarica continua a inquinare, come testimoniano peraltro le ordinanze comunali con le quali si vieta ai proprietari delle aree limitrofe ai siti di utilizzare i pozzi per l'irrigazione dei campi coltivati». Imparato poi anticipa che segnalerà «la necessità di attuare un biomonitoraggio tossicologico al fine di identificare la eventuale presenza di sostanze chimiche (riconducibili alla fonte di inquinamento) nel sangue e nei tessuti dei cittadini residenti a Caserta e San Nicola la Strada. Ciò nell'ottica di una verifica e misurazione degli effetti che queste discariche hanno prodotto negli ultimi venti anni su chi vive in queste zone».

Sul caso è intervenuta anche l'assessora comunale all'Ambiente, Carmela Mucherino, per specificare che «le attività in corso nell'area Lo Uttaro sono finalizzate da un lato alla messa in sicurezza della discarica Nuova Lo Uttaro di competenza della Sogesid, la società in house del Ministero dell'ambiente e del Ministero dei trasporti, e dall'altro alla messa in sicurezza dell'ex discarica Ecologica meridionale».

Mucherino spiega che nel «primo caso è in corso la redazione della progettazione esecutiva. Il secondo intervento invece, di recente finanziato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e che riguarda un'area di circa 58mila metri quadrati, sta procedendo in maniera spedita. Per questi lavori, dei quali il Comune è soggetto attuatore, sarà presentato il progetto di fattibilità tecnico-economico il 27 maggio. Al riguardo c'è da precisare che siamo l'unica amministrazione che non dovrà rivisitare il cronoprogramma in quanto in linea con i tempi dettati dal Mase. Un passo in avanti che mostra l'impegno di questo Ente nella risoluzione delle problematiche ambientali che investono quell'area».

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