Caserta, test nella Terra dei fuochi: via libera ai risarcimenti

Più controlli delle forze dell'ordine grazie ai finanziamenti per le nuove assunzioni

Caserta, test nella Terra dei fuochi: via libera ai risarcimenti
Caserta, test nella Terra dei fuochi: via libera ai risarcimenti
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 10 Maggio 2024, 08:57 - Ultimo agg. 10:10
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Anzitutto più controlli delle forze dell'ordine grazie ai finanziamenti per le nuove assunzioni. E, ancora, il ministero dell'Ambiente apre ai risarcimenti in sede civile per il disastro ambientale nella Terra dei fuochi. Il primo punto è uno degli nodi discussi ieri mattina durante il Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato ad Acerra, dai prefetti di Napoli e di Caserta, Michele Di Bari e Giuseppe Castaldo, con la partecipazione di associazione e dei vescovi; il via libera all'ipotesi di risarcimento, dopo ulteriori accertamenti, arriva invece dal ministero su richiesta dei vertici di Legambiente e Libera.

«Siamo qui per parlare di una delle tante terre dei fuochi d'Italia. C'è stata un'interlocuzione con tutti i soggetti coinvolti per la prevenzione e per la repressione di questo fenomeno», spiega il prefetto Di Bari. Poi aggiunge: «Seguiranno altri incontri su singole materie che attengono soprattutto alla prevenzione ed alla repressione per la tutela della salute, quindi analisi dell'acqua e dell'aria. E, ancora, per il contrasto ai roghi e allo sversamento abusivo i comuni avranno la possibilità di destinare altri agenti della polizia locale o aumentare le ore di straordinario». Il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, ha evidenziato i risultati raggiunti in tema di contrasto agli sversamenti illeciti e ai roghi di rifiuti anche nei 34 comuni della provincia che ricadono nella Terra dei fuochi grazie all'attività svolta in sinergia dall'incaricato con il Raggruppamento strade sicure/Terra dei Fuochi, le forze di polizia, i Vigili del Fuoco e le Polizie municipali.

Grazie ad un finanziamento ad hoc, stanziato dal Viminale, di 1,5 milioni di euro (930mila per i 56 comuni napoletani e 570 per i 34 casertani) a cui i comuni potranno attingere. A vigilare la prefettura per verificare che le ore di straordinario o le divise in più vengano usate per questi specifici compiti. D'altronde il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, poco prima era stato chiaro: «Non vorrei che gli agenti poi alla fine siano messi a svolgere altre funzioni, tipo infrazioni stradali.

Perché la priorità è un'altra».

A cominciare dal tema delle bonifiche. «Un tema molto arduo - continua Di Donna - : non so cosa sarà fatto, ma credo che sarà difficile che qui saranno fatte. Io vorrei essere più ottimista sulle bonifiche ma almeno da questo incontro è emersa soprattutto la volontà chiara, espressa dal Prefetto di Napoli, di far dialogare tra loro le istituzioni perché non sempre c'è soprattutto sul tema del contrasto alle terre dei fuochi».

Intanto il Ministero dell'Ambiente sul caso Pellini avvia l'azione risarcitoria. Per questo ha invitato «l'Ispra a fornire il supporto tecnico richiesto dall'Avvocatura dello Stato ai fini dell'avvianda azione risarcitoria in sede civile». «Soddisfatti della risposta del Mase auspichiamo che si attivino tutte le procedure in sede giudiziaria per bloccare da subito i beni per oltre 200 milioni di euro dei fratelli Pellini. E deve farlo prima che quei beni tornino, per vizi formali, nella disponibilità di chi li ha accumulati, secondo la magistratura, illegalmente», esulta Legambiente.

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La notizia arriva a poco più di un mese dalla decisione della Corte di cassazione di annullare, senza rinvio, il decreto di confisca relativo al patrimonio (circa 200 milioni) dei tre fratelli Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell'inquinamento dell'area di Acerra. Anche se non è escluso, come scrive la stessa Cassazione, che si possa procedere con un sequestro bis.

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