Caserta, cimitero, tomba profanata l'incubo dei riti satanici

I custodi scoprono il loculo aperto senza l'ossario con i resti del defunto

Caserta, cimitero, tomba profanata l'incubo dei riti satanici
Caserta, cimitero, tomba profanata l'incubo dei riti satanici
di Roberto Della Rocca
Lunedì 6 Maggio 2024, 08:43
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L'ombra del satanismo si allunga sul cimitero di Caserta dove toccherà agli inquirenti chiarire cosa è successo nella notte tra venerdì e sabato. Gli addetti comunali impiegati nella struttura sabato mattina si sono accorti di una lapide in pezzi. Il loculo aperto si trova a pochi metri dall'ingresso principale di via Cappuccini, in quella che è stata ribattezzata, nella toponomastica interna del complesso come "via dei portici" per via delle sepolture realizzate tra la fine dell'800 e l'inizio del 900, raccolte in spazi racchiusi da colonne che simulano un porticato. Più nicchie verticali disposte in più file.

A richiamare l'attenzione dei dipendenti è stata proprio una di queste sepolture, la seconda dal basso, che era aperta. Sparsi in terra i pezzi della lapide che chiudeva il loculo, una scena anomala che ha spinto il personale comunale ad allertare il comando della Polizia locale intervenuta, come reso noto ieri dal comandante Antonio Piricelli, per verificare la situazione. Quello che i caschi bianchi hanno trovato al cimitero è segnalato nella nota stampa: «Dai rilievi effettuati dagli agenti e da una prima ricostruzione della scena si è riscontrato che la parte esterna della nicchia era stata distrutta e frantumata restando così scoperta e che della stessa non vi era nessun ossario contenente i resti del defunto».

Tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti (è stato il custode del cimitero a formalizzare la denuncia) ma gli indizi presenti nell'area danneggiata permettono di fissare qualche punto fermo. La lapide difficilmente potrebbe essersi staccata per l'usura del tempo. I ganci metallici che la fissano al muro, in caso di cedimento del marmo, restano inchiodati alle pareti delle niccchie. In questo caso il gancio metallico è finito a terra insieme alla lastra di marmo, segno evidente di una forzatura con una leva. Ad aver richiamato l'attenzione degli investigatori è anche un secondo particolare ancora visibile nell'area del danneggiamento. La foto del defunto che era sulla lapide di marmo dal momento della sepoltura è stata staccata ed è sparita, probabilmente portata via. Elemento non da poco e, anzi, comune nei casi di riti satanici in cui vengono utilizzate le foto dei defunti. A essere sparito, infine, è anche il contenuto del loculo. Difficile che possa essere stata asportata una vecchia bara lì custodita. Lungo i bordi della nicchia figurano allineati pezzi di marmo che sarebbero stati trascinati a terra al momento dell'estrazione. Non si esclude che nella nicchia potesse esserci una cassetta con i resti del defunto, che in questa circostanza sarebbero stati portati via. Nel cimitero non sono state ritrovate scritte o graffiti che possano lasciar pensare a oscuri cerimoniali eseguiti nell'area.

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Per quanto l'ipotesi di un rito macabro possa attirare maggiormente l'attenzione gli investigatori restano con i piedi per terra e valutano tutte le possibilità, dall'atto vandalico alla possibilità che la tomba fosse vuota e utilizzata come "deposito" di qualcosa di illecito. Le prossime ore saranno decisive. Da questa mattina sul caso lavoreranno il comandante Piricelli e il dirigente Luigi Vitelli che dovranno fare luce sul mistero della sepoltura violata, a partire dalla verifica dei registri cimiteriali per accertare la reale presenza di un defunto (la nicchia potrebbe essere rimasta vuota dopo una eventuale traslazione in altro loculo) e la sua identità.

A tal proposito il marmo a pezzi consente ancora di leggere il suo nome Francesco e, in maniera meno chiara, il cognome (che sembra essere Veccia). Ancora leggibile, invece, l'epigrafe impressa dalla famiglia del defunto che recita «che in musica sacra scrisse note sublimi di passione». Un concittadino appassionato di musica, se non un vero musicista, di cui si sono probabilmente perse le creazioni e la cui tomba, ora, potrebbe essere stata profanata.

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