Addio a Corrado Piccolo, dai gol al pranzo con Giovanni Paolo II

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di Franco Tontoli
Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:17
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CASERTA - Corrado Piccolo è scomparso ieri all’età di 85 anni e nell’album dei casertani-doc va a inserirsi un’altra figura che della casertanità aveva fatto quasi una ragione di vita. Non nascondeva orgoglio e soddisfazione per i trascorsi sportivi, per essere fratello di altri due noti sportivi, Santino e Romano, zio di giocatori di basket e papà di un cestista diventato un grosso nome nella letteratura come scrittore, nella cinematografia e nella televisione come sceneggiatore, Francesco, che un paio di anni fa fece inumidire gli occhi a lui, alla mamma Anna e ai fratelli Giuseppe e Giovanna per la vittoria al «Premio Strega».

Un personaggio notissimo, con i fratelli Santino e Romano, entrambi portieri di varie squadre di calcio a cominciare dalla Casertana, ed entrambi giocatori di basket dalla fondazione della Juvecaserta, Corrado, aveva contribuito a caratterizzare la propria come «famiglia sportiva», la sola sorella Rosa, professoressa nei licei, non aveva calcato campi sportivi ma, da tifosa dei fratelloni, ne conosceva le tribune da cui trepidava.
 
Se i fratelli nel calcio, in quanto portieri, e nel basket erano bravi con le mani, lui lo era soltanto con i piedi, quindi centravanti, con il numero «9» giocò nei campionati di quarta serie e in quelli di Eccellenza con il Marcianise, la Maddalonese e il Sanvito Benevento. Fu sottufficiale dei bersaglieri e, in congedo, subito attivo nella sezione casertana degli ex fanti piumati, con le caratteristiche d’impeto e simpatia che si portò dietro gli sportelli del Banco di Napoli, dove per anni fu cordiale diaframma con la clientela. Sposò Anna Russo, il papà Peppino aveva rilevato il ristorante «Massa» a metà degli anni Cinquanta, portandolo a livello dei più celebrati ristoranti di Napoli. In piena sintonia con l’esuberante simpatia di «don Peppino», alla sua scomparsa affiancò la moglie Anna e la cognata Lina nell’attività di ristorazione, da non dire dell’onore che con i familiari si sentì investito quando nel maggio 1992 servirono il pranzo a papa Giovanni Paolo II nel refettorio della curia vescovile di Caserta. 

Sempre vigile nel campo dello sport, del basket in particolare, suonò l’adunata per costituire una società giovanile. Tra i primi a rispondere Poldino Tronco, perché c’era da mandare a canestro Gianfranco, figlio di Santino, Francesco e Pepi, i suoi, e confermare su una panchina d’allenatore, questa volta di basket maschile, il fratello Romano. Tutti Piccolo e la squadra non potè che chiamarsi «Little», la traduzione in inglese del cognome. Come in tutto ciò che in vari campi faceva, Corrado trovava soddisfazione nel fare, nell’attivarsi, nello sbracciarsi. Giovialone e allegro, come papà stravedeva per i figli che con la moglie Anna aveva cresciuto «baciandoli soltanto di notte», come ripeteva.

Per dire: il nostro amore di genitori come tutela e garanzia ma, attenzione, filare dritto. Nei locali del «Massa» ricevette il gruppone di amici per la presentazione del primo libro di Francesco, «Percorso inverso», era il 1990. Orgoglio di padre, come l’orgoglio del figlio scrittore che il papà lo bacia non di notte ma con un capitolo e vari stralci dedicatigli ne «Il desiderio di essere come tutti», il libro del Premio Strega. Una dichiarazione di amore filiale, medaglia meritata al petto di Corrado Piccolo che oggi alle 15, nella chiesa del Buon Pastore, saluteranno anche i bersaglieri dalle piume nere e dai capelli bianchi.
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