Napoli-Londra, e ritorno. Nel nome dell'arte. L'ultimo Caravaggio vola alla National Gallery, in mostra nel bicentenario della sua fondazione: si tratta di «Il Martirio di Sant'Orsola», dipinto dal pittore lombardo nel 1610, durante il suo secondo soggiorno partenopeo, poche settimane prima di morire. Un'opera di proprietà della collezione IntesaSanPaolo - attribuita all'artista solo nel 1980, grazie a uno dei più clamorosi e fortuiti ritrovamenti di documenti della storia dell'arte mondiale - prestata per la seconda volta dopo vent'anni e stabilmente esposta nelle Gallerie d'Italia promosse dall'istituto bancario che, in città, ha ricevuto in cambio due tele di Velazquez, dal 24 aprile presentate al pubblico.
Francesca Whitlum-Cooper, curatrice a Londra, nell'ambito dell'iniziativa ricostruisce la storia della tela tramite i documenti dell'Archivio di Stato ma anche il mistero di un'altra perduta, di cui si è trovata traccia nelle lettere. Accanto a «Il Martirio di Sant'Orsola» è sistemato per l'occasione anche l'unico quadro di Caravaggio posseduto dall'istituzione londinese, la quasi coeva «Salomè con la testa del Battista» dipinta a sua volta a Napoli, con gli stessi scampoli di realismo duro e gli stessi inquietanti giochi di luce in chiaroscuro.