Inps, il patrimonio va in rosso
​flop delle ispezioni sul lavoro

Inps, il patrimonio va in rosso flop delle ispezioni sul lavoro
di Marco Esposito
Giovedì 16 Febbraio 2017, 08:36 - Ultimo agg. 09:04
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Si parla spesso di riforma delle pensioni ma adesso da riformare è l'Inps. Non per un problema di conti - che pure sono in rosso, per ritardi nei pagamenti dello Stato - ma proprio di organizzazione. Lo dice con particolare chiarezza la Corte dei Conti, che nel suo rapporto diffuso ieri evidenzia alcune gravi carenze nell'azione dell'Istituto, a partire dal flop nelle ispezioni sul lavoro, che non riescono più a intercettare con efficacia il lavoro nero, soprattutto al Sud.
L'Inps, in base a una legge del 2010, è retto da un presidente (che da due anni esatti è l'economista Tito Boeri) che ha accentrato tutti i poteri del vecchio consiglio d'anmministrazione. Boeri, che nel rapporto della Corte dei Conti non è mai citato per nome, ha interpretato il suo ruolo in modo estensivo, entrando in contrasto con il direttore generale Massimo Cioffi, che si è dimesso a novembre. Boeri, sottolinea la magistratura contabile, ha scritto un Regolamento di organizzazione che ha incontrato «ampio dissenso» da parte del direttore generale (che si è dimesso) ed è stato «ripetutamente oggetto di rilievi da parte del Collegio dei Sindaci» e del Civ, il Comitato di indirizzo e vigilanza dell'Inps, un organo che, all'opposto del monocratico presidente, è composto da troppi membri (ben 22) per essere efficace. Anche il ministero del Lavoro ha contestato diversi punti del Regolamento Boeri, il quale però ha proseguito sulla sua strada «in più evidente contrasto» con gli indirizzi espressi dal governo.

Nel merito, si contesta a Boeri l'aver svuotato la funzione di direttore generale e di aver inventato una commissione di tre esperti (due nominati dal presidente e uno dal direttore generale) per esaminare le candidature dei dirigenti di prima fascia. Lo stesso Boeri, sottolinea la Corte dei Conti, ha poi nominato a fine novembre, subito dopo le dimissioni del direttore generale, cinque manager per «consulenza, studio e ricerca» su temi di interesse dell'Inps «ma indefiniti nell'oggetto». La preoccupazione della Corte dei Conti è esplicita: «Si è, in definitiva, venuta a determinare una situazione di contrasto tra gli organi (nel cui ambito - prosegue il Rapporto - si collocano le dimissioni del direttore generale intervenute nel novembre del 2016) che, anche a prescindere da una verifica di merito sull'assetto organizzativo funzionale adottato, non ha recato giovamento all'efficacia e all'efficienza dell'attività dell'Istituto».

Una delle attività tipiche dell'Inps in marcato peggioramento è, come si diceva, quella ispettiva. Con la riforma del Jobs Act è nato un Ispettorato unico che unisce le attività finora svolte dal ministero del Lavoro, dall'Inail e appunto dall'Inps. «Tuttavia - osserva la Corte dei Conti - nell'attuale fase dio avvio del nuovo soggetto si è determinata una situazione di incertezza, con un rallentamento delle attività ispettive dell'Inps che, soprattutto in termini di lotta al lavoro nero e irregolare, potrebbe produrre effetti negativi». La magistratura contabile sottolinea che nel 2016 c'è stato un calo dei controlli (ne sono stati effettuati appena la metà di quelli preventivati) in tre regioni del Sud: Puglia, Basilicata e Calabria. Ma, spulciando i dati, appare che la crisi dell'attività di vigilanza dell'Inps viene da lontano. Se nel 2013 erano stati scovati 33.490 lavoratori totalmente in nero, nel 2014 si è scesi a 28.627 e nel 2015 si è precipitati a 16.644.

La Corte dei Conti valuta anche i conti dell'Inps in senso stretto e il risultato economico negativo registrato dall'Inps nel 2016 ha azzerato il patrimonio dell'Istituto e mandandolo, per la prima volta dalla nascita dell'ente, in rosso. «È da rilevare - scrive la magistratura contabile - come, per effetto di un peggioramento dei risultati previsionali assestati del 2016 (con un risultato economico negativo che si attesta su 7,65 miliardi) il patrimonio netto passi, per la prima volta dall'istituzione dell'ente, in territorio negativo per 1,73 miliardi». Il bilancio dello Stato comunque - ha assicurato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a proposito della Relazione della Corte - «garantisce la copertura di queste situazioni».

Il presidente Inps, Boeri, ha sottolineato che «la Corte non lancia alcun allarme sui bilanci. Si tratta di una questione contabile». Soprattutto, «le prestazioni sono garantite dallo Stato» e che «ciò che conta non è il bilancio dellInps, ma dello Stato». Il disavanzo è determinato, ha spiegato, da ritardi nei trasferimenti dello Stato che vengono anticipati dall'Inps e poi ripianati. Quanto ai rilievi della Corte che lo toccano direttamente, Boeri è stato diplomatico: «Il rapporto con la Corte dei Conti - ha detto il presidente - è molto ricco e pieno di indicazioni e di stimoli. Lo stiamo leggendo con cura e recepiremo molti dei suggerimenti che vengono proposti. La Corte - ha ribadito - non lancia alcun allarme sui bilanci. Si tratta di una questione contabile. Bisogna sempre ricordare ai cittadini italiani che l'Inps opera per conto dello Stato. Le prestazioni che garantisce vengono infatti decise dal Parlamento italiano, dal governo e noi, semplicemente, ci limitiamo ad attuarle. Le prestazioni sono garantite dallo Stato».