Sud, incentivi a chi arriva prima
ma iscriversi per ora non si può

Sud, incentivi a chi arriva prima ma iscriversi per ora non si può
di Nando Santonastaso
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 08:27 - Ultimo agg. 20:31
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 Forse è un caso solo virtuale, forse no. Di sicuro nelle preoccupazioni esternate in questi giorni da Confimprenditori, una delle associazioni che difende i diritti delle imprese, un elemento di dubbio c’è. Si riferisce al rischio che le aziende interessate e soprattutto disposte ad assumere nelle regioni meridionali giovani under 24 o disoccupati con almeno 6 mesi senza lavoro, utilizzando il bonus lavoro previsto dalla Legge di stabilità 2016 (8mila euro a contratto) possano ritrovarsi senza copertura.

Nel senso di dare per scontate risorse che in realtà potrebbero essere già state drenate da chi è arrivato prima e risultare quindi esaurite. Già, perché per quest’anno, a differenza di quanto è avvenuto nel 2015 e nel 2016, i fondi destinati agli incentivi del bonus lavoro al Sud sono contingentati: non più di 530 milioni che, secondo i calcoli di Confimprenditori, fanno più o meno 62mila nuovi contratti (che siano poi a tempo pieno o determinato, di apprendistato o di semplice trasformazione di patti già esistenti conta relativamente, almeno in questa analisi).

Facciamo chiarezza. Come spiegato chiaramente nella circolare che accompagna il decreto del ministro del Lavoro del 21 novembre 2016, che ha dettato le procedure per le assunzioni incentivate del 2017, si seguirà l’ordine cronologico delle domande presentate attraverso il codice telematico dell’Inps. Chiara la finalità: disciplinare in maniera trasparente l’intera procedura. Il fatto, però, è che finora il portale dell’Istituto non è stato ancora attivato. Non è una novità, fanno sapere dall’Inps, dal momento che - lo prevede la stessa circolare appena richiamata - anche partendo in ritardo sarà possibile comunque ottenere il conguaglio delle spese già sostenute dall’imprenditore. «È accaduto lo stesso anche nei due anni precedenti», spiegano ancora all’Istituto di previdenza.

«D’accordo, ma quest’ano non ci sono fondi illimitati a disposizione delle imprese - spiega il professor Gianni Di Corrado, direttore del centro studi di Confimprenditori e docente associato di Diritto del lavoro all’università del Molise -: il che vuol dire che i soldi ci sono per chi fa in tempo. Se la procedura telematica fosse già partita, non ci sarebbe stata alcuna preoccupazione: chi arriva prima, e comunque sempre fino ad esaurimento delle risorse, ha diritto all’incentivo. Ma chi anticipa l’assunzione rispetto alla certezza delle risorse necessarie, rischia di trovarsi scoperto se prima di lui il bonus è già stato esaurito. Non potendolo sapere, è ovvio che un imprenditore questo dubbio se lo pone e ritarda le assunzioni possibili in questa fase». Non è solo un cavillo, come si intuisce anche se la stessa circolare attuativa del decreto ministeriale conferma che la copertura degli anticipi sarà garantita. Il dubbio è un altro, e cioè se quella copertura sarà in ogni caso assicurata anche nel caso che si fosse sforata la soglia dei 530 milioni.

I paletti, per la verità, non mancano nel ragionamento. Il più evidente è che per mettere a rischio le scelte di almeno una parte di solerti imprenditori delle imprese bisognerebbe assistere ad una vera e propria corsa alle assunzioni, a prescindere dalla tipologia contrattuale: non è in assoluto un’ipotesi da scartare in assoluto, specie se si ricorda che nel 2015 l’utilizzo dello sgravio «pieno» ha assunto proporzioni vistose, ma non si può nemmeno escludere che la cosa invece si verifichi. Secondo punto: non si può trascurare il fatto che per il 2017 il tetto di età dei giovani potenzialmente assumibili è sceso da 29 a 24 anni: non è un «taglio» di poco conto e alla fine potrebbe incidere sulla quantità di risorse, nel senso che se ne potrebbero assorbire meno di quelle stanziate.

Terzo elemento: come detto, nella somma disponibile rientrano tutte le tipologie contemplate dal Jobs act ma per alcune di esse, ad esempio i contratti di apprendistato o quelli a tempo determinato, i fondi da utilizzare sono più bassi e dunque si risparmierebbe abbastanza per i «ritardatari». Insomma, tutto farebbe pensare ad un allarme fondato ma in fondo neutralizzabile. Di sicuro se l’approccio al sistema telematico dell’Inps fosse già disponibile, il problema non si porrebbe. L’Istituto in proposito spiega che partire in tempo era praticamente quasi impossibile dal momento che le vicissitudini relative al governo Renzi e il varo solo a dicembre inoltrato al Senato della Legge di bilancio hanno di fatto allungato i tempi necessari per l’attivazione del nuovo bonus, con «l’aggravante» dei nuovi requisiti da mettere a regime. Giusto anche questo. 

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