Acca, tra i boschi dell'Irpinia nascono le case ecologiche

Acca, tra i boschi dell'Irpinia nascono le case ecologiche
di Gianni Colucci
Venerdì 3 Marzo 2017, 15:09 - Ultimo agg. 4 Marzo, 22:33
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Progettare case ecologiche, alimentate da energia rinnovabile, che proteggono chi le abita e siano facili da tenere in efficienza. Progettare a misura di chi vive tra quelle mura, facilitando le manutenzioni, prevedendo i guasti, ampliando le possibilità di miglioramento di impianti e particolari estetici. Il futuro delle costruzioni sul computer del progettista che spazia dai calcoli strutturali e alle linee architettoniche fino alla definizione dei consumi energetici e dei costi di realizzazione. In una parola, Bim (il building information modelig) che sta diventando il vero tavolo da disegno dei progettisti e la modalità realizzativa degli edifici che il nuovo codice degli appalti farà diventare uno standard per le opere pubbliche. E l'Italia è all'avanguardia nella scrittura dei nuovi programmi in questo specifico settore.

In un'azienda campana con un centro di ricerca forte di 150 ingegneri e architetti, si sviluppano software per questo specifico segmento della progettazione come si fa solo in altre due aziende al mondo. I software di Acca (l'azienda che da 30 anni in Irpinia prima nella sede storica di Montella oggi inun avveniristico centro di ricerche a Bagnoli irpino, sperimenta e e innova la tecnologia di progettazione computerizzata) sono una novantina, a disposizione degli specialisti della progettazione in campo edilizio. E hanno sfondato nel mondo. Un gioiellino di sperimentazione e innovazione che è nato tra antiche chiese e corsi d'acqua, e prati punteggiati di mucche al pascolo. Il tutto in un minuscolo centro storico di un paesino irpino. E in Acca si scopre un misto di fantasia e coraggio, di slancio verso il futuro e un pizzico di follia che fa assomigliare questo team di specialisti alle software house americane dei primordi.

Anche qui c'è un fondatore un po' mitico, un garage che pian piano diventa sempre più stretto. E un'occasione presentatasi improvvisa e colta al volo. Tutto comincia nella cameretta di Guido Cianciulli progettista in edilizia che negli anni Ottanta e alle prese con la ricostruzione nelle zone devastate dal sisma di Irpinia e Basilicata. Capisce che bisogna far presto per restituire le case ai compaesani, e che il tavolo da disegno e il tecnigrafo non bastano più. Così - a cominciare dalla sua passione per il coding, la stesura dei programmi che sperimenta con un Commodore 4 -, si ingegna a creare un programma computerizzato per le contabilità in edilizia al voce corre e non c'è studio in zona a non adottare la sua “invenzione”. Un programma semplice che fa calcoli strutturali e contabilità insieme. 

È l'intuizione che fa nascere Acca (che è un acronimo che non significa un bel niente come per Google, ad esempio), ma consente alla piccola azienda irpinadi essere sempre ai primi posti nelle fiere e nei cataolghi alfabetici). In trenta anni Guido con la collaborazione del fratelo ingegnere Antonio fa diventare l'azienda un'insostituibile compagna di viaggio degli studi di progettazione italiani e poi europei. L'interfaccia grafico diventa accurato, elegante, affidabile, friendly. «Ci mettiamo contenuti di qualità non serve fare pubblicità se non c'è contenuto», dice Guido. E il fratello che ha passione per l'arte e il design aggiunge grafica e comunicazione con le opere d'arte del Rinascimento sulle confezioni, e poi con un contatto diretto con gli utenti che è quasi maniacale. Ad Acca c'è un centro tv per i tutorial, l'assistenza telefonica post vendita non molla mai nemmeno se l'Sos arriva da un altro Continente. E le collaborazioni con le università campane e uno spazio aperto agli spin off contamina, arricchisce, mette in circolo il sapere aziendale con il main stram della ricerca accademica.

È la ricerca, continua, ossessiva, maniacale che aggiunge sempre nuovi tools ai programmi. Sono 150 gli ingegneri e gli architetti che lavorano ad Acca, tutti irpini, tutti con studi nelle migliori università del mondo alle spalle. C'è chi arriva dal Sud America perché ha un genitore irpino che l'ha fatto studiare nel Continente che raggiunse da emigrato. Il ritorno a casa grazie ad Acca. C'è chi non si fa sedurre dagli studi internazionali di architettura e torna qui. Come Roberto, l'architetto di 35 anni che scrive il programma per l'ultima versione del Bim di Acca: «Mio padre mi ha fatto studiare all'estero, ma qui ho trovato il lavoro che ha battuto la concorrenza delle offerte che mi arrivavano dopo la laurea». Qui significa a due passi da casa. Perché chi lavora da Acca torna a casa nella pausa pranzo (strategicamente lunga due ore),e chi non può, potrà cucinarsi qualcosa in mensa, coltivare l'orto, fare fitness e nuoto in palestra o piscina, o magari allungarsi per il trekking o lo sci all'altopiano del Laceno che dista una decina di tornanti dal centro di ricerca.
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