La vittima, Raffaele Buonocore, 44 anni, sposato e padre di due figli, operaio napoletano residente a Soccavo, perse la vita per un infarto che lo colpì mentre era al lavoro. È risultato che l'operaio lavorava in nero e non era stato sottoposto alle visite obbligatorie mediche preventive necessarie per l'assunzione. Il malore, si accertò, lo colpì mentre trasportava un contenitore con circa 40 kg di materiale di risulta, nonostante la normativa impone di non superare i 25 kg. Nel corso dell'autopsia i medici legali riscontrarono che Buonocore era affetto da una malformazione cardiaca congenita che probabilmente è stata la causa della morte dovuta allo sforzo fisico.
Nel tentativo di strappare Buonocore alla morte, i colleghi di lavoro senza avvisare i sanitari e senza chiamare il 118 trasportarono a braccia l'uomo ormai esanime sul ciglio della strada della provinciale e poi, a bordo di un'auto privata, trasferirono il 44enne al pronto soccorso del Capilupi dove giunse privo di vita.
Le indagini furono svolte dalla polizia con il coordinamento del pm Emilia Galante Sorrentino che ha chiesto la condanna per Pisacane a 4 anni e 6 mesi. Il giudice Marzia Castaldi ha condannato l'imprenditore edile a 3 anni e al pagamento di una provvisionale di 200mila a favore dei familiari di Buonocore, che si sono costituiti parte civile.