Capri. Morto per infarto in cantiere, lavorava in nero: datore condannato a tre anni

Capri. Morto per infarto in cantiere, lavorava in nero: datore condannato a tre anni
Lunedì 20 Ottobre 2014, 19:25 - Ultimo agg. 19:31
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Tre anni di reclusione e 200mila euro di provvisionale. È la condanna inflitta dal giudice Marzia Castaldi della sesta sezione del tribunale di Napoli nei confronti dell'imprenditore edile di Capri Nicola Pisacane per la morte di un operaio avvenuta il 12 gennaio 2011 in un cantiere di via Marina Piccola dove erano in corso lavori di ristrutturazione.



La vittima, Raffaele Buonocore, 44 anni, sposato e padre di due figli, operaio napoletano residente a Soccavo, perse la vita per un infarto che lo colpì mentre era al lavoro. È risultato che l'operaio lavorava in nero e non era stato sottoposto alle visite obbligatorie mediche preventive necessarie per l'assunzione. Il malore, si accertò, lo colpì mentre trasportava un contenitore con circa 40 kg di materiale di risulta, nonostante la normativa impone di non superare i 25 kg. Nel corso dell'autopsia i medici legali riscontrarono che Buonocore era affetto da una malformazione cardiaca congenita che probabilmente è stata la causa della morte dovuta allo sforzo fisico.



Nel tentativo di strappare Buonocore alla morte, i colleghi di lavoro senza avvisare i sanitari e senza chiamare il 118 trasportarono a braccia l'uomo ormai esanime sul ciglio della strada della provinciale e poi, a bordo di un'auto privata, trasferirono il 44enne al pronto soccorso del Capilupi dove giunse privo di vita.
Le indagini furono svolte dalla polizia con il coordinamento del pm Emilia Galante Sorrentino che ha chiesto la condanna per Pisacane a 4 anni e 6 mesi. Il giudice Marzia Castaldi ha condannato l'imprenditore edile a 3 anni e al pagamento di una provvisionale di 200mila a favore dei familiari di Buonocore, che si sono costituiti parte civile.