Vongole piccole, intesa tra Italia e Ue:
salvo il cenone di Capodanno

Vongole piccole, intesa tra Italia e Ue: salvo il cenone di Capodanno
di Luciano Pignataro
Venerdì 30 Dicembre 2016, 09:45
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In quest’ultimo mezzo secolo le uniche certezze sono due: non esistono più le mezze stagioni e le vongole non più come quelle di una volta. I meteorologi si affrettano a precisa che la prima è più che altro una sensazioni psicologica poco confutata dai dati statisti, i gourmet invece hanno ragioni da vendere. Non solo le norme sulla sicurezza igienica hanno trasformato le vongole i frutti di acqua dolce, ma sono proprio cambiate quelle che troviamo al mercato con l’ingresso di quelle asiatiche, filippine in particolare, che crescono più rapidamente anche se sono meno saporite.

In questo quadro sconfortante, che fa puntare agli appassionati su cozze e telline quando si tratta di condire uno spaghetto, non poteva mancare la zampata della burocrazia europea, la stessa che voleva spegnere i forni a legna per pane e pizza e che autorizza la finta cioccolata. Uno scontro sulle dimensioni del guscio che rischiava di mettere in ginocchio gli allevatori dell’Adriatico. Un rischio per fortuna superato al momento: dal 1 gennaio gli italiani potranno infatti acquistare e consumare vongole più piccole, senza commettere alcun eco-reato.

Ma, diciamo la verità, questo vale anche per il cenone nei fatti. Entra infatti in vigore il nuovo limite per la taglia minima commerciabile del mollusco che passa da 25 a 22 millimetri, mettendo fine al lungo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles che rischiava di mandare in tilt un intero comparto che solamente nell’Alto Adriatico vale poco meno di 60 milioni di euro. Lo ricorda la Federcoopesca-Confcooperative a proposito del via libera definitivo dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue al Piano vongole presentato nei mesi scorsi dall’Italia che, tra le varie misure, prevede proprio la riduzione della taglia minima per le vongole.

Una questione di pochi millimetri per un prodotto che, se pescato sottotaglia, sottoponeva le imprese a pagare fino a 4 mila euro di multe. Il via libera comunitario, valido per i prossimi tre anni di sperimentazione, non riguarda tutte le vongole, la cui produzione è di circa 60 mila tonnellate, ma solamente le nostrane; si tratta dei lupini prodotti in 20 mila tonnellate circa, che crescono meno velocemente della verace filippina di allevamento. Una norma che cambia le regole per gli acquisti, dove l’attenzione non sarà più sulla grandezza della vongola ma sulla sua forma e colore. 

Tra i banchi del pesce ma anche ristorante, oltre ai lupini e alle veraci filippine, infatti, spunta sempre più di frequente la vongola bianca del Pacifico; si tratta della meretrix, pescata lungo le coste di Vietnam, in Taiwan e in Cina meridionale, che si differenzia da quella made in Italy, per il colore del guscio più uniforme, con una macchina distintiva nera e una forma più triangolare; un prodotto che viene spesso importato direttamente sgusciato e surgelato.
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