Cade l'aggravante della premeditazione, viene confermato l'aggravante mafioso. Al termine della camera di consiglio, il gip del Tribunale dei minori di Napoli ha condannato a dieci anni di reclusione G.C. il minorenne ritenuto responsabile di aver fatto fuoco in piazza a Santa Anastasia, ferendo - tra gli altri - una bambina di soli otto anni.
Tentato omicidio aggravato dal fine e dal metodo mafioso, dunque, è l'accusa costata la condanna a dieci anni di reclusione al minorenne che impugnava un kalashnikov e che, insieme a un socio di poco più grande, aveva fatto fuoco a raffica contro un gruppo di giovani. Un episodio che risale allo scorsos 23 maggio, nel giorno della celebrazione del martirio delle vittime di Capaci, che ha rappresentato l'ennesimo esempio di una emergenza criminale giovanile.
Nel corso delle indagini i due indagati non hanno fatto alcun accenno a chi avesse fornito loro un'arma da guerra.