È boom di abbandoni di cani e gatti. I numeri di quest’anno annunciano un’estate all’insegna dell’emergenza a Napoli e in provincia dove le statistiche delle associazioni animaliste documentano un aumento di circa il 70% del fenomeno rispetto ai mesi estivi del 2022. Dopo l’impennata di adozioni di animali domestici durante la pandemia, la frequenza degli abbandoni è diventata sempre più intensa col venir meno delle restrizioni adottate per il lockdown. Non sembra un caso, dunque, che la riconquista della normalità dopo quasi due anni di Covid sia coincisa con l’incremento della pratica disumana dell’abbandono che, in particolare, riguarda soprattutto cani padronali. «Ora che le persone possono ritornare a programmare vacanze e viaggi, anche oltre oceano, i loro cani sono tornati ad essere degli oggetti che rappresentano solo un intralcio», racconta Melina Vitale, fondatrice del Rifugio La Fenice Adla onlus, a Ponticelli, che accoglie più di cento cani in cerca di casa.
«La media di salvataggi che recuperiamo in questo periodo è di dieci cani a settimana», racconta Melina che dal 1996 ha rinunciato a tutto per occuparsi del canile nella periferia est di Napoli che sopravvive esclusivamente con l’aiuto e il contributo di volontari. «La frequenza degli abbandoni è cresciuta in una maniera drammatica, raggiungendo circa il 70% di casi in più rispetto all’anno scorso e non si tratta di randagismo ma di cani padronali, spesso di razza, abbandonati in strada» continua la fondatrice del Rifugio di via Virginia Wolf. «L’aumento dei casi di abbandono, quindi, è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso e, in molti casi, si tratta di adozioni avvenute durante la pandemia finché faceva comodo avere il cane per compagnia o da portare a passeggio», aggiunge Luigi Cerciello che, insieme ai volontari dell’associazione “Le code d’oro”, ha registrato un’impennata di abbandoni che sfiora il 70% in più dell’anno scorso anche nella provincia di Napoli. I dati non escludono giornate da bollino rosso con “picchi” di abbandoni, come «lo scorso sabato con il salvataggio di 6 cani abbandonati» o ancora «un’intera cucciolata lasciata all’esterno del Rifugio» spiega amareggiata Melina.
L’allarme non riguarda solo gli abbandoni ma anche «le rinunce dei padroni che, senza vere motivazioni ma solo per comodità, restituiscono i cani adottati ai rifugi», spiega Luigi che ha documentato l’aumento del fenomeno della «rinuncia di proprietà» in corrispondenza della fine della pandemia.
«Chiediamo di segnalare alle associazioni tutti gli episodi di abbandono e, in particolare, basta anche un dettaglio delle scene a cui si assiste, come il colore dell’auto che scappa via dopo aver lasciato il cane in strada, perché farlo è un reato e noi non smetteremo mai di denunciare» spiega Luigi che lavora in sinergia con l’amministrazione comunale di Somma Vesuviana che ha creato convenzioni con canili privati. A Napoli, l’ospedale veterinario del Frullone, in forza all’Asl Napoli 1, resta il punto di riferimento per segnalazioni ed eventuali salvataggi di animali sul territorio cittadino in aggiunta alla forza delle realtà associative dei volontari come Melina che lancia un Sos: «Serve aiuto per i rifugi, troppi cani abbandonati».