Incensurati e uccisi come camorristi: uniti dalla passione per il Napoli e da due anni anche soci in affari

Incensurati e uccisi come camorristi: uniti dalla passione per il Napoli e da due anni anche soci in affari
Venerdì 12 Febbraio 2016, 09:37 - Ultimo agg. 11:23
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Saviano. Amici da tempo e soci in affari da un paio di anni da quando hanno aperto insieme quel centro scommesse che, forse, è alla base del tragico, comune destino. Francesco Tafuro e Domenico Liguori, quasi coetanei, un anno di differenza. Ieri sarebbe stato il compleanno di Domenico. Lo ha festeggiato in una bara. Sgomento ed incredulità nelle due comunità in cui i ragazzi massacrati nella notte di mercoledì hanno vissuto. Appena 24 ore prima, nel giorno in cui a Saviano migliaia di persone si radunano intorno ai carri di uno dei Carnevali più famosi d'Italia, Francesco faceva festa insieme con gli amici. Ballava divertito. Addosso un costume colorato ed in faccia un sorriso sereno.
 



Se avesse avuto qualche preoccupazione magari non sarebbe stato così tranquillo. Ed invece il giorno dopo è successo quel che è successo e nessuno, a Saviano, riesce a farsene una ragione. Gli amici stanno organizzando una fiaccolata per quel Francuccio con il quale si erano sentiti fino a qualche minuto prima che lo cogliesse la morte. Una fine giudicata immeritata, così come la spietatezza del sicario che lo ha raggiunto mentre forse è sceso dall'auto nel tentativo di scappare. Disperazione anche a casa dove Francesco ha lasciato nel dolore i genitori, i due fratelli e la sorella alla quale era legatissimo. Su Facebook le immagini di una esistenza spensierata. Sequenze di vacanze e di trasferte allo stadio per seguire la squadra del cuore. Insieme con Domenico. L'amico con il quale è caduto in una trappola mortale senza nemmeno accorgersene. L'amico del quale anche a Somma Vesuviana si parla un gran bene. Bravo ragazzo, Domenico. Un tipo senza grilli per la testa, educatissimo e disponibile con tutti. Legatissimo alla mamma, morta di tumore qualche anno fa, si era fatto tatuare la sua immagine sul cuore. Stella tra le stella, la frase in inglese impressa sulla pelle e nella testa. Nella casa di via Aldo Moro a Somma Vesuviana erano rimasti in tre, lui, il padre e la sorella.

Da un ieri una nuova tragedia è entrata di prepotenza in casa Liguori dove ormai le lacrime non bastano più. Volti bagnati e sguardo triste anche tra chi lo conosceva e che ora gli lascia commossi messaggi di addio. «Non meritavi di fare questa fine, non è giusto che siate andati via così»: rabbia e dolore e soprattutto la voglia di sapere il motivo per il quale due ragazzi di provincia siano stati strappati al mondo nel modo peggiore. Si implora una verità che tutti ora hanno voglia di conoscere. Non bastano le supposizioni o i racconti di chi dice di aver risolto il caso. Tutto quel che si dice, compresa la storia dei debiti o dei crediti non rappresenta una ragione per chi conosceva i due ragazzi. Il centro scommesse a Somma Vesuviana da ieri è sotto sequestro. I passanti rivolgono a quelle serrande abbassate uno sguardo triste ed attendono l'arrivo della salma per dare l'ultimo saluto a Domenico. Lo stesso che Saviano si prepara a dare al povero Francuccio.

c.f.

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