Pronto soccorso Policlinico Vanvitelli, la Cisl: «Basta ritardi»

Finiti i lavori di ristrutturazione dei locali del Vecchio Policlinico, ma il reparto d'emergenza non decolla

Il Vecchio Policlinico di Napoli, in piazza Miraglia
Il Vecchio Policlinico di Napoli, in piazza Miraglia
Martedì 16 Aprile 2024, 08:51 - Ultimo agg. 10:10
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«E’ arrivato il momento di mettere la parola fine a questa vicenda. Basta con i ritardi. Vogliamo il rispetto di una legge approvata ben 16 mesi fa. Vogliamo che cresca l’offerta di salute per i cittadini. Tutto il resto non ci interessa e non serve a niente». Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli, lancia l’ennesimo allarme sul primo policlinico e chiede un’operazione verità «Al di là - dice il numero uno della categoria - delle dichiarazioni rese dal rettore Gianfranco Nicoletti al Mattino, c’è un fatto. La Vanvitelli è l’unica delle 3 aziende ospedaliere universitarie a non aver ancora stipulato il protocollo di intesa con la Regione per entrare nella rete dell’assistenza. Non vorremmo si trattasse di motivi ben distanti dagli interessi legittimi del personale e dei cittadini. Lo stallo prodotto dal rettore produce conseguenze gravissime a partire dalle centinaia di posti letto non attivati e il blocco della crescita professionale dei medici e del personale di comparto».

D'Emilio insiste: «La stessa mancata apertura del pronto soccorso grida vendetta ed è anch’essa figlia del mancato decollo della Azienda ospedaliera universitaria integrato con il Servizio sanitario regionale, nonostante la legge regionale abbia già definito a dicembre 2022 la stipula delle convenzioni, in mancanza delle quali sarebbe interrotto il finanziamento del Fondo sanitario regionale». 

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«La Regione - conclude il segretario generale D’Emilio - ponga fine a questo impasse, come è stato fatto per la Federico II e la San Giovanni di Dio-Ruggi d’Aragona, e renda operativa sul piano assistenziale anche questa struttura, di cui la città ha forte bisogno viste le drammatiche condizioni in cui versa la sanità a Napoli e nella sua area metropolitana». 

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