Alla fine tutto è nelle mani del ministro Raffaele Fitto che su Bagnoli è l’unico dominus. In quanto l’area ex Italsider è un Sin - Sito di interesse nazionale - dove è lo Stato a decidere cosa si può fare, dove e come. Insomma, la questione che ieri patron Aurelio De Laurentiis ha rilanciato, ovvero di volere costruire il nuovo stadio a Bagnoli e di non volere più nulla a che fare con il Maradona è rimandata alla prossima cabina di regia che potrebbe slittare a dopo le Europee.
Difficile che per maggio venga convocata, sono in corso approfondimenti sulla colmata a mare - resterà al suo posto - e il governo dovrà mettere mano al portafogli per 650 milioni. Ma su tutto, quello che pesa - non a favore di De Laurentiis - sono le volontà politiche: il governo con il ministro Andrea Abodi e quindi anche con Fitto punta sul Maradona per Euro 2032: è l’impianto di Fuorigrotta lo strumento per fare arrivare Napoli nel lotto delle 5 città che possono ospitare la kermesse calcistica divisa a metà con la Turchia.
E il sindaco Gaetano Manfredi - che è commissario di Governo, nominato dall’allora premier Mario Draghi e confermato da Giorgia Meloni - ha le idee chiare: «La priorità - fanno sapere da Palazzo San Giacomo - è il Maradona.
Il patron
Ma ptron Aurelio De Laurentiis torna alla carica e boccia lo stadio dedicato a Diego: «Dovremmo giocare per anni lontano da Napoli con una minusvalenza di almeno 100 milioni e non è possibile lavorare per settori ci sarebbero problemi di sicurezza. Inoltre bisognerebbe costruire uno stadio nello stadio con tutte le problematiche che si possono immaginare».
De Laurentiis ne parla a Radio Napoli Centrale dove si rivolge a Manfredi: «Mi sembra molto strano che il sindaco, una persona estremamente preparata e intelligente, continui a parlare del Maradona e dice di aspettare una mia proposta. In realtà, l’ho avvisato che il Maradona non potrà essere oggetto del Calcio Napoli. Dobbiamo capirci una volta e per tutte. Vuole la città di Napoli partecipare a Euro 2032 oppure no?». Questa la sfida del patron che prosegue così: «Bagnoli è suddivisa in 5 lotti, circa 250 ettari e dove mi vorrebbe mandare il Sindaco ci vogliono 5 anni di bonifica, cioè il Parco Urbano. C’è invece il Parco dello Sport. Su questi 2 lotti da 30 e 35 ettari ci si può fare sia il tennis, sia lo Stadio del Napoli, sia il centro sportivo del Napoli come quello del Manchester City e farla finita».
Lo scenario
Posizioni che sembrano inconciliabili, anche se da un punto di vista tecnico e quindi sostanziale su un’area di oltre 230 ettari si potrebbe costruire un impianto da 60mila posti e il centro sportivo, ne basterebbero solo 30 incluse le infrastrutture. Ma per fare tutto questo bisognerebbe cambiare il Piano di Bagnoli ovvero il Praru - acronimo che sta per Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana - dove al quartiere ex Italsidier è stata data una vocazione: turistica, del tempo libero, sportiva e industriale, quella leggera, ovvero una speranza di futuro che arriva dopo quasi 40 anni di nulla ecco perché le volontà politiche sono a oggi inconciliabili.
Ed è questo il motivo per il quale il governo punta sul Maradona, rilanciare Bagnoli dopo decenni di nulla è una scommessa anche per l’esecutivo nazionale e mai come questa volta il traguardo sembra vicino. Detto questo, anche la colmata a mare sembrava un tabù, nel senso che doveva essere rimossa e invece con Manfredi - che è ingegnere - e l’intervento del governo resterà al suo posto e con i soldi risparmiati, appunto 650 milioni davvero Bagnoli cambierà volto.