Napoli. Blitz della Procura a piazzetta Rodinò:
sequestrati i gazebo «fuorilegge»

Napoli. Blitz della Procura a piazzetta Rodinò: sequestrati i gazebo «fuorilegge»
di Viviana Lanza
Giovedì 12 Gennaio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 10:52
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Su piazzetta Rodinò, a Napoli, tornano i sigilli. Scatta il sequestro per i gazebo di sei tra bar, pub e ristoranti della zona. Il provvedimento è firmato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal sostituto Luigi Alberto Cannavale (di recente promosso come aggiunto alla procura di Salerno) della sezione specializzata in reati in materia di abusivismo edilizio e urbanistica ed è stato eseguito dagli agenti della polizia municipale agli ordini del comandante Ciro Esposito e dei capitani Gabriele Salomone e Gaetano Frattini. L’operazione è stata portata a termine ieri nel tardo pomeriggio. Il provvedimento dell’autorità giudiziaria è stato notificato a cinque dei sei destinatari perché una delle attività in questione era chiusa e il titolare era fuori città: avrà la notifica al suo rientro.
 
 

La macchina giudiziaria si è messa in moto. Piazzetta Rodinò, nel cuore della Napoli chic e prescelta dalla movida, è finita così sotto la lente degli inquirenti. Il motivo è legato ad autorizzazioni che sono risultate mancare, a dettagli sulle concessioni, a strutture esterne utilizzate come estensioni dei locali occupando suolo pubblico in maniera diversa da quella consentita. Di qui la decisione di far scattare i sigilli e disporre il sequestro di strutture e suppellettili. L’operazione è il frutto di una sinergia tra l’autorità giudiziaria e l’amministrazione comunale con il fine comune di garantire la tutela dell’ambiente e il rispetto delle regole.

Alla base del provvedimento di sequestro ci sono ipotesi relative a reati in materia di edilizia, urbanistica e occupazione di suolo pubblico. Cosa è accaduto? Il Comune di Napoli aveva dato ai titolari delle attività in questione la concessione per strutture amovibili, quindi per ombrelloni e tendine e cordoni per delimitare l’area. Non aveva autorizzato invece l’installazione di strutture fisse, quindi di quei gazebo ancorati al pavimento stradale che insistevano stabilmente sul suolo pubblico, in una zona, tra l’altro, sottoposta a vincoli da parte della Sovrintendenza. Da Palazzo San Giacomo quindi era arrivata una diffida a rimuovere le strutture non autorizzate per sostituirle con quelle consentite.

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