Dopo l'aggressione - sfociata in stupro - di due ragazze trans nel cuore dei Quartieri Spagnoli, la rete transfemminista di Napoli torna a mobilitarsi contro ogni tipo di violenza di genere. In trecento hanno sfilato questo pomeriggio tra le strade del centro storico aderendo alla manifestazione di solidarietà promossa dal collettivo «I'm Queer Any Problem?».
«Rabbia trans furia queer: sorelle trans non siete sole» si legge sullo striscione che ha aperto il corteo, partito da piazza Dante e giunto fino a piazza Municipio.
«Siamo tornati in piazza per urlare la nostra rabbia, per far sentire la nostra voce alle istituzioni che troppo spesso chiudono un occhio davanti ai problemi di tutta la comunità Queer – racconta Raffaele Borzacchiello, fondatore del collettivo "I'm Queer Any Problem?” - L’Italia è uno dei pochi paesi dell’Ue che non ha ancora una legge che tuteli la nostra comunità. Lo stesso fatto che le ragazze dell’aggressione erano trans ha reso la notizia di secondo piano. Questa è una assurdità: non ci possono essere donne di serie a (cis) e serie b (trans)».
Secondo le denunce raccolte dallo sportello di ascolto autogestito dal collettivo, attivo da diversi anni nel capoluogo campano, i casi di violenza continuano purtroppo a restare all’ordine del giorno. Tra gli episodi segnalati con più frequenza, specialmente tra i giovani, le discriminazioni si concentrano nei contesti familiari e scolastici. «Negli ultimi anni le violenze sono in aumento – chiarisce Luca Maisto, attivista di "I'm Queer Any Problem?” - risulta complicato persino trovare abitazioni o posti di lavoro per le persone trans. A Napoli purtroppo la situazione sta peggiorando e da questo punto di vista la nostra città, sfortunatamente, non è troppo diversa dalle altre del Paese».