Asìa Napoli, non solo i rifiuti: gestirà anche il verde

L'ultimo pezzo del Patto per Napoli: «Via alla riorganizzazione della aziende comunali»

L'assessore Pier Paolo Baretta col sindaco Gaetano Manfredi
L'assessore Pier Paolo Baretta col sindaco Gaetano Manfredi
di Luigi Roano
Domenica 31 Marzo 2024, 08:30
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Il verde e i parchi cittadini andranno ad Asìa, nella sostanza si va concretizzando la rivoluzione delle partecipate del Comune. A due anni dal varo del Patto per Napoli, l'unico pezzo che davvero mancava al Comune per stare dentro al cento per cento al provvedimento che ha portato nelle casse dei Palazzo San Giacomo già quasi mezzo miliardo, è quello delle partecipate. O si metteva mano adesso oppure il resto dei fondi circa 700 milioni sarebbe stato stoppato da parte dello Stato. Il Patto è un contratto dove ciascuno dei due contraenti deve fare il suo. L'obiettivo ora è arrivare entro aprile in Aula con la riorganizzazione delle partecipate per approvare la manovra di bilancio previsionale 2024-2026. 

Il verde 

Dunque sarà Asìa a prendersi in carico la cura del verde e dei parchi cittadini, l'assessore di riferimento è Vincenzo Santagada che ha la delega al verde e anche quella dei rifiuti e dunque per Asìa ricevuta dopo l'addio di Paolo Mancuso dalla giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi. Santagada ha avviato il suo lavoro dal primo giorno proprio sul ripristino del verde e dei parchi. Potendo contare su oltre venti milioni: la Villa Comunale, il parco Virgiliano, ma anche e soprattutto il rinnovamento e rifacimento dei parchi e dei giardini in tutte le periferie a iniziare da quella orientale e poi la fresca riapertura del parco del Poggio di questi giorni sono già risultato tangibili. In questo contesto di riorganizzazione delle aziende a cedere asset ad Asìa è la NapoliServizi che resta l'azienda del global service del Comune ma con meno mission sul groppone e si tra queste amputo il verde e i parchi cittadini. «A questa azienda - ricorda Baretta - conferiremo 5 asset fondamentali: tutte le scuole, i cimiteri, le aree mercatali, tutti gli impianti sportivi e le sedi comunali. Cinque filoni dove la NapoliServizi avrà la gestione completa, dalla pulizia alla manutenzione ordinaria e straordinaria, la custodia e la guardiania, insomma tutto chiavi in mano». La cura dimagrante riguarda anche il numero delle partecipate perché bisogna mettere mano alla riorganizzazione ma anche alla razionalizzazione. Nel 2020 le aziende partecipate erano 13 oggi sono 6 con 2 - Mostra d'oltremare e Caan - che hanno la necessità di urgenti e stringenti misure per salvarle. In particolare per il mercato di Volla con le istanze presentate dai creditori che stanno andando nella direzione di questi ultimi. Sono state salvate Anm, NapoliServizi, Banca Etica e Napoli holding - mentre in liquidazione o fallite ci sono Terme di Agnano - ma qui c'è l'impegno del Comune per il salvataggio per ora i dipendenti sono smistati in altre aziende comunali - Acn, Elpis, Napoli Sociale, Società centro storico, Bagnolifutura e poi c'è il dubbio sulle quote di partecipazione in CitySightseein. 

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La riorganizzazione 

«Stiamo procedendo alla riorganizzazione della Aziende comunali - racconta l'assessore competente Pier Paolo Baretta - e questi tre milioni servono per la nuova società completamente in house, la Napoli patrimonio, che avrà solo la gestione degli immobili perché la proprietà resterà al Comune. Abbiamo avviato tutte le procedure e puntiamo a costituire la nuova società prima dell'estate per essere operativa entro la fine dell'anno. E per far partire la nuova società abbiamo già stanziato 3 milioni». L'assessore precisa: «Oltre alle pratiche amministrative stiamo parlando con i lavoratori. Chi vuole andare nella nuova società potrà farlo ma è tutto su base volontaria». Baretta si riferisce ai dipendenti della NapoliServizi: perché è ancora questa società a cedere il ramo d'azienda del patrimonio. L'accelerazione è necessaria per salvare il Patto per Napoli ma anche perché è scoppiata l'inchiesta che ha portato allo scoperto un buco nel bilancio noto da decenni: i mancati incassi dai cespiti per oltre 130 milioni.
La Corte dei conti sta proseguendo nelle sue indagini c'è consapevolezza da parte del Comune di dover dare nell'immediato risposte concrete e la prima è stata togliere alla Napoli Servizi il patrimonio. La seconda - come anticipato già da Il Mattino - mettere a capo della nuova partecipata un grand commis di Stato, un magistrato contabile oppure un ex dell'Arma. Se non ex direttori generali provenienti da ministeri. 

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