E ora un Napoli Settebellezze

Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Sabato 13 Aprile 2024, 23:22
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È possibile ritrovarli tutti per le ultime sfide che valgono la qualificazione alle coppe? L’Europa League è possibile, la Champions molto meno, anche se il quinto posto aggiuntivo è quasi certo per le italiane. Ci sono sette punti di distacco dalla brillante Roma di De Rossi - quinta, appunto - che dovrà giocare al Maradona a fine mese. Scontro diretto pesante, però il Napoli ha fallito il primo contro l’Atalanta, creando non soltanto un distacco dalla zona Champions ma anche dalla tifoseria. Tuttavia la gente che ama sa dimenticare e incoraggiare la sua squadra: a Fuorigrotta saranno in cinquantamila a spingere gli azzurri contro il Frosinone.

I tredici minuti di Monza sono stati un’illusione, il colpo di coda di un gruppo che sta per arrivare - con o senza qualificazione europea - al capolinea? Oppure rappresentano l’improvvisa svolta, il riscatto che finalmente si manifesta, per la squadra che è riuscita finora a conquistare appena due vittorie di fila? Ne servono molte di più, l’ideale sarebbe collezionarne sette su sette. È il cosiddetto filotto che auspicava Mazzarri a fine dicembre, convinto che il discorso Champions si potesse riaprire. Si illuse. Il terzo allenatore della stagione, Calzona, ci prova, con la speranza che contro il Frosinone - l’avversario che umiliò con quattro gol il Napoli di Walter eliminandolo dalla Coppa Italia - non debba nuovamente alzare la voce come è accaduto nell’intervallo a Monza. L’avvio di quella partita è stato disastroso e tale fu anche contro l’Atalanta, che ha una partita in più da giocare e ha soprattutto una condizione straordinaria: se n’è accorto il Liverpool, squadra di vertice in Premier umiliata in Europa League.

I codici “spallettiani” il Napoli non li ha dimenticati. Deve avere la lucidità e la forza per proporli contro il Frosinone fin dalle prime battute.

A Monza è stato Osimhen a guidare la riscossa con un gol in acrobazia che ha impressionato perfino un bomber del livello di Drogba, l’idolo di Victor quando era bambino, e un difensore di valore come fu Bruscolotti. La stagione del nigeriano - alle ultime apparizioni in azzurro, avendo De Laurentiis fin da gennaio annunciato la sua partenza - può cambiare volto in queste ultime settimane: con i gol, la corsa, la rabbia, tutto ciò che è stato raramente visto nei mesi scorsi e non soltanto per problemi fisici e impegni con la nazionale. Osimhen e i suoi compagni regalino un grande finale alla tifoseria, che in questa stagione di sbandamenti è rimasta il solo punto di riferimento: fuor di retorica, Napoli c’è sempre stata.

Si sta avvicinando l’anniversario dello scudetto, che verrà celebrato non soltanto nelle sale cinematografiche per fissare quel momento e anche per evidenziare che è stato un risultato raggiunto attraverso il lavoro portato avanti dal club negli anni. Il passato rappresenti lo stimolo per il Napoli che procede su due binari. Il presente affidato a Calzona e a questo gruppo che deve scrollarsi di dosso l’apatia, la previdibilità tattica, la debolezza difensiva che lo hanno finora contraddistinto. Il futuro da costruire con un giovane direttore sportivo, Manna, e un nuovo allenatore. Il casting è sotto traccia, le ipotesi non arrivano a quel numero esagerato che ironicamente De Laurentiis tirò fuori dopo l’addio di Spalletti, quando riteneva che non fosse così complicato sostituire il tecnico che aveva scritto la storia. Affascina la candidatura di Conte. L’arrivo di un professionista di tale caratura rappresenterebbe la conferma che il presidente ha capito su quale strada deve tornare dopo i tanti errori commessi nelle due sessioni di mercato e con quell’incredibile viavai in panchina.

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