Le risposte che mancano

di Nando Santonastaso
Martedì 27 Settembre 2016, 23:19
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Ci sono poche certezze e molti dubbi sulla vicenda del G7 che ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ufficialmente assegnato a Bari dopo che sembrava essere stato messo in cassaforte da Caserta e dalla sua Reggia. Tra le prime, le certezze, c’è proprio la notizia della scelta della sede: il capoluogo pugliese appunto, attraverso le parole dello stesso titolare del dicastero, che ha confermato le indiscrezioni trapelate ieri. Altrettanto certo è anche l’annuncio di fine luglio del sindaco della città, e con lui del governatore della Campania, che con legittimo orgoglio, ed evidentemente con certezze importanti, avevano plaudito alla designazione del monumento per il vertice.

Certissimo - e qui il capitolo della sicurezza si chiude - è anche il fatto che nessuno, ministri compresi, ha mai smentito né messo in discussione quella scelta, almeno pubblicamente: per tutti (o quasi) il G7 finanziario si sarebbe svolto alla Reggia, nel solco di una tradizione che sembra cucita apposta per il complesso vanvitelliano, destinato quasi naturalmente a essere la location di grandi eventi internazionali. Ma poi ci sono i dubbi e le domande che tutti si pongono ma alle quali è complicato rispondere a meno di non cedere alla tentazione dei sospetti.

Perché Bari e non più Caserta? Si è detto - ma sempre a livello ufficioso - che la Reggia era insicura: falso, almeno nel senso che ormai da tempo è del tutto “isolata” rispetto alla città che la ospita, circondata com’è da isola pedonale e sbarramenti al traffico affidati ai vigili urbani (ma anche alle forze dell’ordine) che la rendono a dir poco inaccessibile se non a turisti e visitatori rigorosamente a piedi. Lo stesso sovrintendente Felicori opportunamente ricorda in un’intervista al Mattino che la sicurezza di Palazzo reale è ormai una garanzia acquisita, grazie anche - va detto - al suo instancabile e quotidiano impegno per il rilancio del monumento sotto ogni profilo.

Si è detto ancora che la Reggia non poteva ospitare i banchieri centrali e i ministri delle Finanze dei 7 Paesi più importanti del mondo facendo finta che al suo interno si «nascondessero» gli occupanti abusivi (in base alle sentenze della magistratura) di alloggi ubicati nel parco. Ma se il problema era questo, da ieri può dirsi risolto, visto che un blitz delle forze di polizia ha liberato le case secondo quanto disposto dal tribunale. Naturalmente però c’è da chiedersi se tutto ciò non potesse essere anticipato di alcune settimane, come forse sarebbe accaduto in un qualsiasi altro Paese, europeo o americano. Ma questa valutazione, che per tanti aspetti sa di beffa, va anche rapportata ai tempi previsti dalle norme in materia, spesso lunghi per conciliare posizioni che invece come si è spesso verificato restano inconciliabili.

E allora? C’è l’aspetto logistico, dicono i bene informati. La scelta di Caserta e della Reggia sarebbe stata inficiata da un sistema alberghiero e più in generale ricettivo non confacente con gli standard previsti per questo tipo di appuntamenti. Questione, si dice, di qualità delle strutture ma anche di distanza e di tempi di percorrenza dei tragitti per raggiungere (e lasciare) la Reggia. È fuori discussione che Caserta poteva e può fare di più per essere all’altezza dell’importanza del suo monumento, spesso - non a caso - considerato una sorta di corpo estraneo alla città. Strade, servizi e ricezione turistica sono sicuramente l’anello debole di una catena che non dovrebbe sfuggire al sindaco, specie alla luce delle tante sottolineature del passato, quasi sempre inascoltate.

Un «sistema» come quello attuale stride in maniera evidente con lo sforzo di riportare Palazzo reale alla dimensione (il fasto, come si usa dire) che devono appartenergli per storia, bellezza e ricchezza di offerta architetonica e culturale. Al contrario, Caserta non ha mai capito fino in fondo l’importanza di doversi mettere al servizio del suo simbolo, preferendo spesso accompagnare con sterili rivendicazioni l’eterna, immodificabile diatriba su quale fosse la reale competenza di certi interventi. Della serie: spettano al Comune o alla Soprintendenza o alla Difesa, al Viminale o ai Beni culturali? Peccato che nel frattempo Palazzo reale abbia incrementato il numero dei visitatori, anche a livello internazionale, mentre il ricasco per la città sia rimasto più o meno quello di sempre, quasi trascurabile in termini economici.

Tutto ciò comunque non aiuta a capire alla fine perché Bari e non Caserta ospiterà il G7 finanziario del prossimo maggio.
C’è chi suggerisce letture retroscenate in salsa politica o l’immancabile cultura del sospetto che non appartengono però alla serietà di un’analisi vera e distante da ogni suggestione come quella che oggi si impone. Ma proprio per questo occorre che qualcuno, ad ogni livello, nazionale e locale, risponda agli interrogativi rimasti sul tappeto. Domande che rabbia, dispiacere o delusione non possono stravolgere o piegare a questa o quella «convenienza», nel più classico degli scaricabarile. Finora nessuno lo ha ancora fatto fino in fondo: è troppo pretendere chiarezza?


 
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