Rotondi: «Senza Lettieri non saremmo arrivati neppure al ballottaggio»

di Gerardo Ausiello
Domenica 19 Febbraio 2017, 23:32
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«Senza Lettieri non saremmo arrivati neppure al ballottaggio». Ne è convinto Gianfranco Rotondi, ex ministro del governo Berlusconi e leader di Rivoluzione cristiana, che difende l’imprenditore due volte candidato sindaco a Napoli, bersaglio delle critiche di Forza Italia dopo la sua decisione di lasciare il Consiglio comunale.

Lettieri è stato sconfitto da de Magistris sia nel 2011 che nel 2016. Con il senno di poi non sarebbe stato opportuno puntare su un altro candidato?
«No, ci saremmo fermati al primo turno, i numeri parlano chiaro. Purtroppo in Italia il sistema dell’elezione diretta funziona così, il sindaco uscente vince quasi sempre: nel capoluogo partenopeo è accaduto sia con Bassolino che con Iervolino, solo la caparbietà di Lettieri, con la lealtà e l’impegno di partiti come Forza Italia e Rivoluzione cristiana, ha costretto de Magistris ad affrontare anche la campagna elettorale del ballottaggio. Bene, quindi, Lettieri. Anzi, meglio lui di Parisi, che ha bruciato una vittoria sicura: Milano rappresenta la storia del centrodestra italiano mentre Napoli, si sa, non è una piazza facile, non lo è mai stata».

In questa piazza difficile il centrodestra è condannato alla sconfitta?
«Non credo. La sinistra italiana è in crisi di sistema e de Magistris completerà il secondo giro, quindi non può ricandidarsi. Per noi si apre un’autostrada».

Ma non avete il candidato.
«C’è tempo per individuarlo. Ritengo che l’opzione migliore sia un politico, ma Lettieri dopo due candidature è più politico di me».

Quindi secondo lei dovrebbe riprovarci? Non c’è due senza tre?
«Non glielo consiglio perché indubbiamente ha pagato un prezzo, ma in un certo senso penso che possa essere un suo dovere ricandidarsi».

Se fosse così la scelta di dimettersi da consigliere comunale non è un buon inizio.
«Chissà, magari ci ripensa. Comunque il fatto che Gianni abbia confermato l’impegno politico attraverso le liste e i movimenti civici non esclude la possibilità di una nuova discesa in campo».

E il suo feeling con De Luca?
«De Luca è un personaggio trasversale, è stato anche ministro del mio governo ombra...».

D’accordo, ma si parla con insistenza di un incarico che il presidente della Regione potrebbe affidare a Lettieri.
«Lo escludo. Anche perché Gianni non è di Salerno». 

Cosa serve al centrodestra per ripartire, a Napoli e a livello nazionale?
«Una forza di centro autorevole. Ne siamo consapevoli e infatti posso anticipare che con Berlusconi stiamo lavorando proprio in questa direzione».

Quali sono i progetti su cui siete impegnati?
«Sulla scrivania di Berlusconi c’è una cartella con su scritto “Forza Italia” e un’altra con su scritto “Democrazia cristiana”. La storia del centrodestra italiano richiama la Lega, Forza Italia, la destra e i democristiani variamente declinati. Purtroppo questa quarta ruota manca da qualche anno. Ma stiamo preparando una bella sorpresa...».

Si sbilanci.
«Ricostruiremo un forte partito di centro. Rivedrete accanto a Berlusconi una salda presenza democratico-cristiana e anche il ritorno di qualche antico e ancora giovane amico».

Secondo lei quindi il modello di centrodestra sperimentato in passato può ancora funzionare?
«Sono di scuola antica e credo nelle forze politiche, nella cultura, nei programmi. Considero invece una bestemmia l’antipolitica, che usa il linguaggio di Hitler. Per questo mi preoccupa che nel Pd si arrivi ad una scissione: frammentazioni e divisioni furono l’anticamera della Repubblica di Weimar e io vedo in Italia un rischio altissimo di un simile scenario. Invito quindi Renzi a piantarla con la rottamazione. Meglio De Mita - detto da me fa un certo effetto - di tutti i polli in batteria di cui l’ex premier ha caricato il Pd. Insisto su questo perché oggettivamente il centrodestra è un cantiere aperto, mentre oggi il perno del sistema è il Partito democratico. Se cede, la democrazia corre un serio pericolo».

E il leader del futuro centrodestra? Resta Berlusconi?
«Naturalmente. Mai come in questo momento Berlusconi piace anche a quelli che non lo hanno mai votato e persino a quelli che l’hanno detestato. Il mondo è pieno di leader che oltre gli 80 anni hanno dato il meglio, se non altro perché assicurano che poi toglieranno le tende».

Niente primarie, dunque?
A chi vuole le primarie dico: con Berlusconi in campo non c’è partita, sarebbe solo uno spreco di tempo e denaro».
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