Se i vecchi nemici vanno bene nell'urna

di Pietro Treccagnoli
Mercoledì 4 Maggio 2016, 00:19
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Luigi de Magistris torna sul caso di Enzo Peluso, l’imprenditore che non ha mai nascosto l’appartenenza alla massoneria e che ha annunciato in presenza del sindaco la candidatura nelle liste arancioni. «L’eventuale iscrizione di questa persona alla massoneria non è tema che riguarda il sindaco e non riguarda la vita politica amministrativa della città - dice de Magistris - e se singole persone scelgono di iscriversi alla massoneria ciò non riguarda la campagna elettorale e le scelte di questa Amministrazione».

Benissimo. Nessuno si scandalizza che un massone si candidi, stupisce che si candidi e che sostenga un leader che nella passata vita di magistrato e in quella attuale di politico ha sempre attaccato a testa bassa proprio la massoneria, rappresentandola come deviata e complottista, pronta a fargli la guerra e a mettergli i bastoni tra le ruote, quando era impegnato nella missione salvifica di fare pulizia con inchieste che non sono approdate poi ad alcun risultato. L’offerta politica di de Magistris si è sempre basata sulla guerra ai poteri forti, alle manine, ai congiurati. Ha spesso e volentieri strizzato l’occhio e la retorica verso quel variopinto mondo affascinato dal complottismo, nel quale gli incappucciati con compasso e grembiulino figuravano come suoi nemici giurati e il male assoluto del Paese.

Una narrazione ossessiva che, in quota parte, ha contribuito al suo successo elettorale. Ora, come per incanto, il sindaco scopre che non è così. Ha capito quello che tutti sanno, ovvero che fare di tutta un’erba un fascio è sbagliato, è la pericolosa applicazione di un luogo comune. C’è voluta, per convincerlo, la voglia matta dei tremila voti che Enzo Peluso può portare in dote, quelli guadagnati un anno fa per le Regionali, nella lista del Partito Socialista che appoggiava Vincenzo De Luca? L’illuminazione è dunque figlia di un calcolo di bottega? Fotografato mentre partecipava all’hotel Oriente (nomen omen) a una pubblica riunione elettorale insieme con il candidato massone Enzo Peluso, descrive oggi i convenuti come “professionisti, cittadini, persone che intendevano conoscere il sindaco e sostenerlo in quanto persona perbene, coraggiosa, autonoma e per proporre candidature su cui non abbiamo ancora deciso e lo faremo entro il termine di sabato”.

Tralasciando gli autoincensamenti, c’è quindi ancora una porta aperta ai fratelli massoni? Se anche così fosse, nessuno scandalo, ribadiamo. Però, almeno, sarebbe necessaria, dopo la conversione sulla via del Grande Oriente, almeno un’autocritica sul proprio moralismo tranchant del passato. Altrimenti sarà difficile per i suoi elettori non pensare che, lui, perfino lui, predica bene ma razzola in altro modo. Benissimo. Nessuno si scandalizza che un massone si candidi, stupisce che si candidi e che sostenga un leader che nella passata vita di magistrato e in quella attuale di politico ha sempre attaccato a testa bassa proprio la massoneria, rappresentandola come deviata e complottista, pronta a fargli la guerra e a mettergli i bastoni tra le ruote, quando era impegnato nella missione salvifica di fare pulizia con inchieste che non sono approdate poi ad alcun risultato.

L’offerta politica di de Magistris si è sempre basata sulla guerra ai poteri forti, alle manine, ai congiurati. Ha spesso e volentieri strizzato l’occhio e la retorica verso quel variopinto mondo affascinato dal complottismo, nel quale gli incappucciati con compasso e grembiulino figuravano come suoi nemici giurati e il male assoluto del Paese. Una narrazione ossessiva che, in quota parte, ha contribuito al suo successo elettorale. Ora, come per incanto, il sindaco scopre che non è così. Ha capito quello che tutti sanno, ovvero che fare di tutta un’erba un fascio è sbagliato, è la pericolosa applicazione di un luogo comune. C’è voluta, per convincerlo, la voglia matta dei tremila voti che Enzo Peluso può portare in dote, quelli guadagnati un anno fa per le Regionali, nella lista del Partito Socialista che appoggiava Vincenzo De Luca? L’illuminazione è dunque figlia di un calcolo di bottega?

Fotografato mentre partecipava all’hotel Oriente (nomen omen) a una pubblica riunione elettorale insieme con il candidato massone Enzo Peluso, descrive oggi i convenuti come “professionisti, cittadini, persone che intendevano conoscere il sindaco e sostenerlo in quanto persona perbene, coraggiosa, autonoma e per proporre candidature su cui non abbiamo ancora deciso e lo faremo entro il termine di sabato”.
Tralasciando gli autoincensamenti, c’è quindi ancora una porta aperta ai fratelli massoni? Se anche così fosse, nessuno scandalo, ribadiamo. Però, almeno, sarebbe necessaria, dopo la conversione sulla via del Grande Oriente, almeno un’autocritica sul proprio moralismo tranchant del passato. Altrimenti sarà difficile per i suoi elettori non pensare che, lui, perfino lui, predica bene ma razzola in altro modo.
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