Napoli flop, se l'allenatore non governa la squadra

di Francesco De Luca
Lunedì 15 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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Gli unici scroscianti applausi si sono sentiti per Spalletti, l’allenatore che ha portato il Napoli alla storia vincendo lo scudetto. 

È scattato il coro “Siamo noi i campioni d’Italia siamo noi”. Di quei campioni, al contrario di quanto auspicato dopo quei 13 minuti di Monza, non vi è più traccia. Ce n’erano 11 su 11 ieri nella squadra che ha affrontato il Frosinone, così a suo agio al Maradona da aver vinto qui la partita di Coppa Italia e aver conquistato un punto utile per la salvezza. Il sinistro di Politano e il rigore parato da Meret avrebbero potuto aiutare gli azzurri a conquistare tre punti per sperare in una clamorosa rimonta Champions. Ma la corsa finisce qui perché il Napoli ha buttato un’altra vittoria al vento, come a quelle contro Cagliari e Torino.

Non fossero stati bruciati questi punti, la squadra si troverebbe a 55 punti, più su dell’Atalanta. Ma è inutile fare congetture. C’è un ultimo tentativo da fare per l’Europa League e poi dovrà partire la ricostruzione di un gruppo che si è sfaldato perché ha perso una guida forte in campo come Spalletti e un autorevole punto di riferimento con Giuntoli. De Laurentiis dovrà pensare alla ricostruzione, che sarà più ampia rispetto a due anni fa perché oltre ai giocatori certi di cambiare club - Osimhen e Zielinski - vi sono alcuni avanti negli anni che potrebbero non dare più le opportune garanzie, oppure avrebbero bisogno di valide alternative, certo non quelle messe dal club a disposizione di Garcia e Mazzarri.

Non è un caso quanto è accaduto contro il Frosinone (e prima ancora contro il Cagliari e il Torino) perché la difesa - al Maradona 23 gol subiti e 22 segnati - sbanda paurosamente.

Ci si è messo anche Meret, quando ha regalato a Cheddira, ceduto dal Napoli in prestito al club gialloblù, il primo dei due suoi gol. Questi errori sono prevedibili perché niente è stato fatto per sistemare il reparto dopo la cessione di Kim. Preso Natan, un acerbo difensore brasiliano che ha giocato - male - qualche partita ed è stato messo di fatto fuori squadra. A gennaio era stata avviata una trattativa con Dragusin, che ha poi scelto la Premier League.

E certo non ci si poteva accontentare di tale Dendoncker, che - parole di De Laurentiis - avrebbe potuto giocare a centrocampo e in difesa e invece sta facendo praticamente il turista. Un simile finale di partita, che avrà probabilmente amareggiato Spalletti che si sente legatissimo a questa città e questi colori, non può sorprendere anche perché Calzona ha lanciato un esplicito atto di accusa al Napoli, dicendo con chiarezza che non è una squadra e che non lo ascoltano perché avrebbe preteso tutt’altro tipo di gestione della partita e del vantaggio. «Non abbiamo la sensazione del pericolo», ha evidenziato. Il terzo allenatore, come i due predecessori, non sa governare la nervosissima squadra - Rui espulso al minuto 98 ne è l’immagine - che non sa chiudere le partite, con i suoi campioni che hanno vissuto di sprazzi in questa stagione, e che subisce gol che fanno male, come i due di quel ragazzo italo-marocchino che dopo aver scambiato la maglia con Osimhen vorrebbe segnare i prossimi gol al Maradona per il Napoli. 

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