«Vai Chicco», partono gli applausi, le urla di gioia liberatorie tra i soccorritori che hanno appena tirato fuori Gianfilippo Parete, 9 anni, rimasto al buio, sepolto sotto neve e detriti per 48 ore, salvato solo da un solaio. Un miracolo. Nessuno quasi ci sperava più e invece Gianfilippo, rimasto quasi due giorni in quel cunicolo buio e freddo, coperto solo da una giacca celeste spunta fuori da quel buco e riesce a camminare sulle sue gambe. Lo abbracciano i suoi eroi, gli uomini dei vigili del fuoco che continuano a scavare con le mani per cercare gli altri dispersi dell'hotel Rigopiano, lo accarezzano sulla testa. «Bravo, ce l'hai fatta». Sei vivo.
In sottofondo il rumore del frullino che continua a tagliare incessamente quella coltre di neve diventata dura come il cemento, e pochi minuti dopo ecco esce anche mamma Adriana. «Andate da mia figlia è nella stanza accanto», dice ai soccorritori con quel poco di voce che gli rimane. Ludovica, 6 anni compiuti da meno di una settimana è ancora lì sotto. Voleva vedere la neve: per questo mamma e papà Giampiero, cuoco e pasticciere, l'avevano portata al Rigopiano. Era il loro regalo di compleanno.
Si è salvato perché poco prima che venissè giù tutto, che la montagna inghiottisse quell'albergo, era andato in macchina a prendere una medicina per sua moglie. E da lì ha visto l'inferno: «In un secondo ho visto venire giù una parte dell'hotel con la mia famiglia dentro», ha raccontato . Poi la chiamata al suo datore di lavoro: «Chiama qualcuno». E l'attesa - infinita - prima che arrivassero i soccorsi, «gli angeli sugli sci». Non ha mai smesso di sperare, di pregare: «Scavateli, cercateli»: ora Gianfilippo e mamma Adriana sono salvi. Si prega ancora per Ludovica.