Il Pd e l’Italicum: turno unico anche al Senato

Il Pd e l’Italicum: turno unico anche al Senato
di Marco Conti
Domenica 22 Gennaio 2017, 11:26
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Roma. Il tasto “pausa” è stato premuto da tutti i partiti per ciò che è accaduto in Abruzzo. Un mini-afflato di solidarietà nazionale che ha pervaso anche il M5S che ha cancellato la manifestazione davanti la Consulta e ha spinto Matteo Renzi a rinviare persino le nomine nella segreteria Pd. Tutti con il fiato sospeso in attesa di buone notizie da Rigopiano, ma anche dal palazzo della Consulta dove martedì, o al massimo mercoledì, uscirà la sentenza sull’Italicum che segnerà il destino della legislatura.

Il partito dei frenatori delle urne è corposo e si muove sottotraccia. Ieri gli ha dato voce il presidente del Senato Pietro Grasso che, intervistato dal Corriere, si è levato più di un sassolino contro Renzi e ha auspicato che la legislatura arrivi sino a conclusione. Preoccupazioni e auspici del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinchè il Parlamento arrivi ad una legge elettorale «omogenea» tra Camera e Senato, sono noti ma non certo sovrapponibili alle analisi più politiche del presidente del Senato sul Pd e sull’attività del governo attuale e di quello passato.

Tutti zitti, o quasi, in attesa di ciò che dirà la Corte Costituzionale sull’Italicum e se farà essa stessa propria quell’esigenza di «omogeneità» tra i due sistemi elettorali auspicata dal Capo dello Stato. Nel Pd persiste la convinzione di una sentenza potenzialmente auto-applicativa e che quindi farà saltare il ballottaggio - tanto caro al segretario del Pd - ma non il premio di maggioranza del 55% qualora un partito superi il 40%. Se così fosse, e il Parlamento estendesse al Senato il sistema della Camera, il ritorno ad un sistema da prima Repubblica verrebbe scongiurato.

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