I funerali di Francesco Pio il bimbo ucciso dai pitbull: a Battipaglia dolore e rabbia sulle note di Ramazzotti

I funerali di Francesco Pio a Battipaglia: il piccolo non era battezzato. Il nonno per la disperazione dà una testata sul feretro

L'uscita del feretro dalla Chiesa
L'uscita del feretro dalla Chiesa
di Paolo Panaro
Venerdì 26 Aprile 2024, 06:10 - Ultimo agg. 20:43
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«Vogliamo giustizia. Chi ha sbagliato deve pagare. Francesco Pio è un’anima innocente. Questa tragedia non doveva accadere». Poche parole pronunciate da Virginia D’Amaro, la zia paterna del bimbo, che ieri mattina ha rotto il silenzio dinanzi la chiesa Santi Giuseppe e Fortunato ad Aversana alla periferia di Battipaglia dove sono stati celebrati i funerali di Francesco Pio sbranato ed ucciso da due pitbull lunedì mattina a Campolongo ad Eboli. Intanto, proseguono le indagini per chiarire le fasi dell’incidente costato la vita al piccolo Francesco Pio e ci sarebbe un ritardo di circa mezz’ora inerente la richiesta dei soccorsi. L’aggressione dei pitbull sarebbe avvenuta verso le 8 di lunedì mattina ma la telefonata al 118 per allertare i soccorritori è giunta alle 8,29 e gli operatori sanitari del Vopi sono partiti immediatamente con un’ambulanza dalla loro sede nella zona 167 di Eboli per raggiungere la villetta di via Santa Teresa a Campolongo dove è avvenuta la tragedia. Gli operatori del Vopi per giungere la litoranea hanno impiegato meno di dodici minuti. È su questo aspetto che ora è puntata l’attenzione degli inquirenti e la posizione degli indagati se queste circostanze saranno confermate potrebbe aggravarsi. Nel registro degli indagati sono stati i scritti nei giorni scorsi i proprietari dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, gli zii del bambino che erano sul luogo della tragedia, Simone e Giuseppe Santoro, e la mamma Paola Ferrentino accusati di concorso in omicidio colposo per omessa custodia degli animali.

Il rito funebre

Al termine del rito funebre il nonno di Francesco Pio mentre reggeva il feretro per disperazione ha battuto con violenza la testa contro la bara bianca e si è ferito al naso insanguinato. Disperato e in lacrime Simone Santoro mentre con le mani trasporta la piccola bara con gli altri familiari ed è proprio lui che lunedì mattina quando è avvenuta la tragedia aveva tra le mani il nipotino ed ha cercato in tutti i modi di proteggerlo dai cani che lo hanno ucciso. Altre scene di dolore e disperazione al termine dei funerali del piccolo dinanzi la chiesa di Aversana tra le note di una canzone di Eros Ramazzotti trasmessa dagli altoparlanti per ricordare Francesco Pio.

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La celebrazione dei funerali è stata breve e il bimbo, di appena tredici mesi, non era stato ancora battezzato. Poi, applausi e palloncini bianchi lanciati in cielo, poi il feretro è stato condotto al cimitero di Salerno dove domani sarà sepolto. La piccola chiesa di Aversana ieri dove padre Francesco Roca ha celebrato i funerali era piena di persone. Tra i banchi delle prime file c’erano i familiari del piccolo e dall’altro lato il primo cittadino di Eboli, Mario Conte, l’assessore delegato alla sicurezza, Antonio Corsetto, il presidente del Consiglio comunale Gianmaria Sgritta e altri consiglieri comunali. Il sindaco di Eboli, ha proclamato il lutto cittadino ed oggi durante il rito funebre tutta la comunità ebolitana ha osservato un minuto di silenzio.

Il vescovo

I funerali di Francesco Pio dovevano essere celebrati dall’arcivescovo della diocesi di Salerno, Campagna e Acerno, Andrea Bellandi ma non è potuto essere presenti ieri a Battipaglia ed ha inviato una missiva di cordoglio che è stata letta in chiesa da padre Franco… «Desidero far pervenire ai familiari del piccolo Francesco Pio e a tutti presenti –ha scritto l’arcivescovo Bellandi – la mia commossa vicinanza assicurando la mia preghiera innanzitutto per lui e per tutte le persone che oggi soffrono la sua tragica e prematura scomparsa. Solo il pensiero che adesso Francesco Pio stava al cospetto di colui che ha fondato il Regno dei Cieli e dei piccolo può dare un po' di conforto a coloro che oggi lo piangono immaginandolo che sta a giocare con tutti quei bambini che Gesù ha amato e anche per i quali ha dato la sua vita fino a morire sulla Croce risorgendo con lui il terzo giorno».

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