Cappuccio annuncia le novità
al Napoli Teatro Festival

Cappuccio annuncia le novità al Napoli Teatro Festival
di Luciano Giannini
Sabato 18 Febbraio 2017, 17:37
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Nekrosius lavorerà per tre anni con attori napoletani e campani; un Pirandello con Cecchi; Genet secondo Antonio Capuano; il teatro danza di Papaioannou in prima mondiale. Sono le prime quattro anticipazioni del Napoli Teatro Festival Italia, annunciate ieri dal direttore Ruggero Cappuccio, che per celebrare i primi dieci anni della rassegna prevede un cartellone ricco di una ottantina di titoli, tra drammaturgie, danza, concerti, reading letterari e film.

«L'essenza del festival 2017? Sarà la trasmissione del sapere teatrale, e del sapere tout court nel mondo dell'arte. Avremo dieci sezioni: internazionale; italiana; danza; musica; cinema; letteratura; mostre; laboratori; osservatorio, dedicata alle giovani compagnie ma anche a quelle non così giovani che fanno fatica a entrare nei circuiti ufficiali: infine Sport-Opera, in cui ospiteremo scrittori di tutto il mondo che si sono occupati del tema dell'agonismo, della sfida e della vittoria. Le loro opere incroceranno attori italiani, che le leggeranno o le metteranno in scena». Dopo il porto, l'Albergo dei poveri e Castel Sant'Elmo, quest'anno anticipa Cappuccio - il cuore pulsante del festival sarà Palazzo reale, tra teatro di corte, alcune sale, cortile d'onore e cortile delle carrozze.

La presentazione del programma completo è imminente, ma oggi basta Eimuntas Nekrosius a risvegliare l'interesse. L'illustre lituano, punta di diamante della regia teatrale mondiale, lavorerà con il festival per tre anni e con venti attori napoletani e campani che sceglierà tra chi risponderà a un bando di partecipazione (previsti anche per tutti gli altri laboratori in preparazione): «Quest'anno e nel prossimo - spiega il direttore - Nekrosius darà vita a due studi che poi, nel 2019, diventeranno uno spettacolo completo». Il titolo scelto? Cappuccio: «Gli ho proposto La scienza nuova di Gianbattista Vico, il trattato in cui il filosofo, storico e giurista napoletano nel 1725 espose la propria visione del mondo e di una scienza fondata sul valore dell'uomo, del fatto e della Storia. Per fortuna l'opera è stata tradotta in russo, Nekrosius la sta leggendo e ne è entusiasta... ma, poi, dovesse ripensarci e scegliere, che so uno Shakespeare, lo perdoneremo».

Quanto agli altri titoli, il direttore ha accolto le proposte di Cecchi, che dirigerà e interpreterà «Enrico IV» di Pirandello; e quella del regista napoletano Antonio Capuano, che dirigerà Teresa Saponangelo e Gea Martire nelle «Serve» di Genet. Poco si sa di «Almost nothing», in prima mondiale a Napoli. Dimitris Papaioannu è un regista e coreografo greco che si autodefinisce video-artista di un «teatro danza molto fisico, che senza testo e senza musica cerca l'essenza dell'umanità, oltre il corpo».

«Il festival di quest'anno - aggiunge Cappuccio - pur non dimenticando Shakespeare, a 400 anni dalla morte, guarderà soprattutto alla contemporaneità, soprattutto agli autori viventi e al Novecento; e per scritture contemporanee, non mi riferisco soltanto alla drammaturgia, ma anche alla musica e al mondo letterario». Una precisazione, poi, richiede l'invito degli ospiti stranieri: «Non cerchiamo esotismi. Gli incontri internazionali diventano interessanti quando un grande artista, oltre a presentare il proprio lavoro, intercetta la cultura della città in cui arriva: l'esempio di Nekrosius, in questo senso, è esemplare».

Il direttore tiene, infine, a mettere in evidenza la natura «sociale» della rassegna: «Il biglietto unico costerà otto euro, che scenderanno a cinque per chi ha meno di 30 anni. Chi potrà certificare di ricevere la pensione minima entrerà gratis, così come i diversamente abili, assieme al loro accompagnatore. Io desidero che le porte dei luoghi teatrali si aprano alla gente, soprattutto a chi non li frequenta di solito. Sogno che la città tutta si riappropri delle nobili radici culturali che sono il suo vanto».