Nekrosius lavorerà per tre anni con attori napoletani e campani; un Pirandello con Cecchi; Genet secondo Antonio Capuano; il teatro danza di Papaioannou in prima mondiale. Sono le prime quattro anticipazioni del Napoli Teatro Festival Italia, annunciate ieri dal direttore Ruggero Cappuccio, che per celebrare i primi dieci anni della rassegna prevede un cartellone ricco di una ottantina di titoli, tra drammaturgie, danza, concerti, reading letterari e film.
«L'essenza del festival 2017? Sarà la trasmissione del sapere teatrale, e del sapere tout court nel mondo dell'arte. Avremo dieci sezioni: internazionale; italiana; danza; musica; cinema; letteratura; mostre; laboratori; osservatorio, dedicata alle giovani compagnie ma anche a quelle non così giovani che fanno fatica a entrare nei circuiti ufficiali: infine Sport-Opera, in cui ospiteremo scrittori di tutto il mondo che si sono occupati del tema dell'agonismo, della sfida e della vittoria. Le loro opere incroceranno attori italiani, che le leggeranno o le metteranno in scena». Dopo il porto, l'Albergo dei poveri e Castel Sant'Elmo, quest'anno anticipa Cappuccio - il cuore pulsante del festival sarà Palazzo reale, tra teatro di corte, alcune sale, cortile d'onore e cortile delle carrozze.
La presentazione del programma completo è imminente, ma oggi basta Eimuntas Nekrosius a risvegliare l'interesse. L'illustre lituano, punta di diamante della regia teatrale mondiale, lavorerà con il festival per tre anni e con venti attori napoletani e campani che sceglierà tra chi risponderà a un bando di partecipazione (previsti anche per tutti gli altri laboratori in preparazione): «Quest'anno e nel prossimo - spiega il direttore - Nekrosius darà vita a due studi che poi, nel 2019, diventeranno uno spettacolo completo». Il titolo scelto? Cappuccio: «Gli ho proposto La scienza nuova di Gianbattista Vico, il trattato in cui il filosofo, storico e giurista napoletano nel 1725 espose la propria visione del mondo e di una scienza fondata sul valore dell'uomo, del fatto e della Storia. Per fortuna l'opera è stata tradotta in russo, Nekrosius la sta leggendo e ne è entusiasta... ma, poi, dovesse ripensarci e scegliere, che so uno Shakespeare, lo perdoneremo».
Quanto agli altri titoli, il direttore ha accolto le proposte di Cecchi, che dirigerà e interpreterà «Enrico IV» di Pirandello; e quella del regista napoletano Antonio Capuano, che dirigerà Teresa Saponangelo e Gea Martire nelle «Serve» di Genet. Poco si sa di «Almost nothing», in prima mondiale a Napoli. Dimitris Papaioannu è un regista e coreografo greco che si autodefinisce video-artista di un «teatro danza molto fisico, che senza testo e senza musica cerca l'essenza dell'umanità, oltre il corpo».
«Il festival di quest'anno - aggiunge Cappuccio - pur non dimenticando Shakespeare, a 400 anni dalla morte, guarderà soprattutto alla contemporaneità, soprattutto agli autori viventi e al Novecento; e per scritture contemporanee, non mi riferisco soltanto alla drammaturgia, ma anche alla musica e al mondo letterario». Una precisazione, poi, richiede l'invito degli ospiti stranieri: «Non cerchiamo esotismi. Gli incontri internazionali diventano interessanti quando un grande artista, oltre a presentare il proprio lavoro, intercetta la cultura della città in cui arriva: l'esempio di Nekrosius, in questo senso, è esemplare».
Il direttore tiene, infine, a mettere in evidenza la natura «sociale» della rassegna: «Il biglietto unico costerà otto euro, che scenderanno a cinque per chi ha meno di 30 anni. Chi potrà certificare di ricevere la pensione minima entrerà gratis, così come i diversamente abili, assieme al loro accompagnatore. Io desidero che le porte dei luoghi teatrali si aprano alla gente, soprattutto a chi non li frequenta di solito. Sogno che la città tutta si riappropri delle nobili radici culturali che sono il suo vanto».
Cappuccio annuncia le novità
al Napoli Teatro Festival
di Luciano Giannini
Sabato 18 Febbraio 2017, 17:37
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