Diego Armando Maradona era nel mirino della Fbi, l'agenzia investigativa americana. E' spuntato un documento declassificato che risale al 2 ottobre 1996. Scontata la squalifica per doping, la seconda della sua vita, subita durante il Mondiale proprio negli Stati Uniti (positivo al test dopo Argentina-Nigerina il 25 giugno 1994), Diego era tornato a giocare nel suo Paese, indossando la maglia dell'amato Boca Juniors. Gli investigatori della Fbi sospettarono, dopo un controllo antidoping nel campionato argentino, che vi era stata una manomissione: la provetta con le urine di Maradona sostituita con quella di un'altra persona. E per questo motivo chiesero al laboratorio di Boston che aveva processato il campione nel '94, riscontrando la positività di Diego all'efedrina, di poter fare un raffronto per verificare che si trattasse effettivamente delle urine di Maradona. Nella documentazione diffusa dalla stampa argentina si fa presente che qualche giorno dopo si dispose la sospensione dell'indagine, probabilmente perché era stata fatta una verifica di altro tipo. Nel 1997 Maradona venne trovato positivo a un controllo e dopo la terza squalifica decise di lasciare il calcio.
Intanto stanno andando in onda sulla piattaforma HBO Max le tre puntate da 45' della serie “La Hija de Dios” (La figlia di Dio), in cui Dalma Maradona, la primogenita di Diego, racconta il suo rapporto col padre. C'è un passaggio, a proposito della squalifica del '94, nell'intervista a Fernando Signorini, amico fidatissimo del Pibe, non solo il suo preparatore atletico. Signorini rivela che il presidente della Federcalcio argentina, Julio Grondona, impose il silenzio al medico della Seleccion, Roberto Peirò, che avrebbe voluto contestare la regolarità delle controanalisi. «“E' già tutto deciso, Maradona è fuori dal Mondiale”, così gli disse.