Italiani cyberbulli: per 8 su 10 non è grave. E i genitori minimizzano

Italiani cyberbulli: per 8 su 10 non è grave. E i genitori minimizzano
Lunedì 6 Febbraio 2017, 17:20 - Ultimo agg. 18:04
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Insultare, ridicolizzare, ferire gli altri sui social sì può: 8 ragazzi su 10 non lo considera grave; l'86% minimizza le conseguenze sulle vittime, per il 71% non ce ne sarà alcuna. Le parole dietro il paravento del pc o del telefono, è la giustificazione, non sono come violenza fisica, e non dovrebbero fare così male. Neanche quelle che puntano dritte al punto debole - l'aspetto fisico, la timidezza, ma anche i genitori e la religione - colpiscono come un pugno allo stomaco e costringono a piegarsi per non incassare ancora.

Questa la fotografia del cyberbullismo nella ricerca dell'Università la Sapienza presentata per il Safer internet day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, con il lancio del progetto «Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro», del Moige con la Polizia di Stato, insieme alla Fondazione Vodafone Italia e Trend Micro che raggiungerà oltre 40mila studenti. Compiacimento per i propri comportamenti, assenza di empatia per la vittima e sottovalutazione delle conseguenze. I ragazzi ascoltati (1.500 delle scuole medie e superiori) appaiono molto poco consapevoli delle regole della Rete, di quanti possono accedere e per quanto tempo ai contenti pubblicati: il 68% non si preoccupa di pubblicare foto senza il consenso delle vittima. E sono anche ignari che quelle angherie possano costituire un reato. Ma sono stati 235 i casi di minori vittime di cyberbullismo trattati dalla Polizia postale nel 2016, e le indagini hanno portato alla denuncia di 31 minori.

Anche gli adulti spesso negano i problemi quando si trovano ad affrontarli. «L'81% dei genitori minimizza», ricorda Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia di Stato, citando una recente ricerca del Censis: «Tanto che il 49% dei presidi denuncia la difficoltà di rendere consapevoli i genitori dei cyberbulli della gravità di tali comportamenti». Secondo la ricerca della Sapienza, i temi sui quali le condotte aggressive si concentrano riguardano l'aspetto fisico, comportamenti di chiusura, di timidezza, elementi di non aggregazione a gruppi forti, l'abbigliamento, la scarsa disinvoltura, la carenza di coraggio, la non propensione verso le trasgressioni. Nella corsa a colpire il più debole vengono presi a bersaglio anche aspetti che riguardano la religione, le condotte aderenti alle regole, la dipendenza da genitori, il «mostrarsi paurosi» e comportarsi «da bambino». 

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