Almaviva, Gianni rischia di perdere il lavoro: Ho due figli, prendo a testate il muro»

Video
EMBED
Del lavoro che rischia di perdere, dei sacrifici e dell'angoscia, non parla con sua figlia. «Ha 16 anni e non sa niente della crisi». Non sa che suo padre lotta per tutta la famiglia: «Voglio proteggerla, voglio solo che sia serena». L'altro suo figlio ha 12 anni, e non può capire. Quando dice della sua fragilità infinita, Gianni Paone ingoia lacrime e paure: «È disabile, affetto da autismo. Qualsiasi incertezza può agitarlo. E se proprio non riesco a non piangere, mi chiudo in una stanza. Prendo a testate il muro, non vedo via d'uscita: mia moglie cerca di confortarmi, ma non basta». Gianni ha 46 anni, due figli e lavora ad Almaviva, nella sede di Napoli. Può definirsi «bravo» nell'incassare colpi. «Ho una certa esperienza», afferma senza ironia, perché (quasi) ogni suo «buon giorno» inizia con gli insulti: al call center, quando già va bene che è di turno, alle prese con le lamentele dei clienti delle compagnie telefoniche, che propongono promozioni «ballerine». Ma Paone oggi resta lontano dalla sua postazione: è in solidarietà, a causa del crollo di commesse in azienda. Ed è qui, al Mattino, davanti alle telecamere della web tv, in una dimensione più intima della protesta, che dà forma ai ricordi, ai timori. LEGGI L'ARTICOLO (Immagini Newfotosud - Alessandro Pone)